La danza Cenerentola tra le arti? Non c’è visione più distante di quella respirata a San Pietroburgo alla VII edizione del Cultural Forum. Vanto dei Teatri Imperiali ai tempi degli zar, incantamento di un’arte rinnovata esportata in Occidente dai Ballets Russes di Diaghilev, biglietto da visita dell’Unione Sovietica persino durante la Guerra Fredda, la danza dalla perestroika in poi intreccia la custodia magistrale della grande tradizione russa del balletto a venti di rinnovamento. Un percorso in sintonia con lo slogan del Forum di quest’anno: la cultura come potenziale strategico di un paese. Approccio che comporta investimenti economici sulla danza impensabili da noi, unitamente alla consapevolezza di avere tra le mani un patrimonio artistico da raccontare al mondo: in particolare quest’anno all’Italia, paese ospite del Forum con tavole rotonde e presenze: dall’Accademia Teatro alla Scala all’Hermitage ad Aterballetto al Mikhailovskij con uno splendido programma internazionale targato Inger/Shechter.

ALLA TESTA della sezione danza del Forum due personaggi decisivi per San Pietroburgo: Boris Eifman e Nikolai Tsiskaridze. Eifman durante la Guerra Fredda era considerato un avanguardista, impossibile farlo uscire dai confini. Oggi con il suo Eifman Ballet, fondato nel 1977, gira tutto il mondo per un totale di un centinaio di repliche l’anno. È artefice di un favoloso linguaggio del corpo, un’espressività potente che spinge dall’interno la forma, dandole grandezza comunicativa. Lo si è potuto riapprezzare anche al Forum nel suo film Tchaikovsky. PRO et CONTRA, un affondo sul rapporto tra la personalità privata del compositore e la grandezza della musica con interpreti formidabili come Oleg Gabyshev, Sergey Volobuev, Lyubov Andreyeva, Maria Abashova. Prossimo debutto Pygmalion Effect il 6 febbraio all’Alexandrinsky.

Nikolai Tsiskaridze, una carriera stellare da Principal Dancer al Bol’šoj di Mosca, dal 2013 rettore della Vaganova Ballet Academy, istituzione secolare del balletto russo, nata 280 anni fa, vivaio dei più grandi ballerini del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo: vi insegnò anche il coreografo dei coreografi dell’Ottocento, Marius Petipa di cui il Forum ha festeggiato il bicentenario della nascita, e il nostro Enrico Cecchetti. Un miracolo di grazia, quello del Balletto del Mariinskij, gustato ne La Bayadère. Titolo di Petipa del 1877, protagonisti gli elettrizzanti Alina Somova e Vladimir Shklyarov con Nadezhda Batoeva: un’arte vissuta all’unisono, con virtuosistica naturalezza.

MA TORNIAMO a Eifman: nel 2013 con il sostegno del governo di San Pietroburgo si è inaugurata la Boris Eifman Dance Academy , 12.000 metri quadrati, 14 sale danza, un progetto culturale e sociale che apre le porte anche a talenti provenienti da famiglie disagiate da tutta la Russia. Un’Accademia gratuita a oggi frequentata da circa 300 allievi. Spiega Eifman: «È un’Accademia per formare nuove generazioni di danzatori che non studino solo classico, ma modern, jazz, che facciano sport, che incontrino grandi coreografi e maestri da tutto il mondo. Li prendiamo a 7 anni, per sviluppare la loro creatività. Il primo giugno 2019 inaugureremo il St. Petersburg Children’s Dance Theatre, tutto per loro». E non è l’unico progetto: «Da vent’anni penso a un Palazzo della Danza, Putin mi ha promesso che per il 2021 ce la faremo. Un centro di eccellenza per l’arte coreografica dove ospitare compagnie anche dall’estero e sviluppare produzioni d’avanguardia». San Pietroburgo città di riferimento per il mondo della danza come era a fine Ottocento per il balletto? Il futuro ce lo dirà.