Un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori e dei docenti precari dell’università; avviare subito l’iter per una riforma che semplifichi la giungla dei contratti precari e garantisca salari e diritti giusti; mettere fine allo sfruttamento di assegnisti, borsisti, docenti a contratto, ricercatori a tempo determinato e dottorandi. Sono questi i punti principali della «proposta di piattaforma dei ricercatori determinati» che saranno discussi oggi dalle 10 nell’assemblea nazionale «Perché noi no?» organizzata dal sindacato Flc-Cgil e dai dottorandi dell’Adi nell’aula A del dipartimento di Scienze biochimiche alla Sapienza di Roma. Nel frattempo è partito il processo di stabilizzazione al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Il presidente Massimo Inguscio l’ha definito la «fase iniziale di un piano di stabilizzazioni più ampio». A permettere le assunzioni sono state «le risorse economiche aggiuntive messe a disposizione dal Miur nel finanziamento ordinario». La lotta dei «Precari Uniti» con i sindacati, è stata lunga ed è passata anche dall’occupazione del Cnr. «Bisogna stabilizzare anche negli altri enti di ricerca – sostiene Francesco Sinopoli (Flc Cgil) – Il governo non li usi come terreno di scontro politico, come nel caso dell’Asi e dell’Istat».