Il susseguirsi di aggressioni razziste contro minoranze etniche, religiose o sessuali preoccupa il parlamento europeo che invita gli Stati membri a intervenire per arginare l’azione dei gruppi neofascisti e neonazisti. E in qualche caso anche a mettere fine alla tolleranza mostrata da alcuni governi verso queste formazioni, tanto da far apparire quasi normali le violenze compiute dalle squadracce nere. Mancano azioni efficaci contro questi gruppi violenti, denuncia una risoluzione approvata ieri dall’aula di Strasburgo con 355 voti a favore, 90 contrari (compresi quelli di Forza Italia e Lega) e 39 astensioni e in cui si chiede la messa al bando dei gruppi neofascisti e neonazisti. Il testo della risoluzione comune (Gue, S&D, Verdi, Alde e Ppe) è stato presentato a seguito di una richiesta dell’eurodeputata Eleonora Forenza (Gue/Ngl) colpita, insieme a Antonio Perillo, Claudio Riccio e Giacomo Petrelli, da uno di questi attacchi il 21 settembre scorso a Bari.

Nel testo si ricordano alcune delle aggressioni piò gravi avvenute in Europa negli ultimi tempi: Si va dalle 77 persone uccise in Norvegia nel 2011, all’assassinio della deputata britannica Jo Cox nel 2016 all’attacco di Casapound contro l’eurodeputata Eleonora Forenza e gli altri attivisti. Senza dimenticare Luca Traini, il fascio leghista «condannato – ricorda la risoluzione – a 12 anni di carcere per aver sparato a sei migranti africani, ferendoli, in un attacco a sfondo razziale nella città di macerata». Un’onda xenofoba che attraversa l’Europa passando anche la Polonia, Francia, Spagna, Germania, Grecia e i Paesi scandinavi di fronte alla quale i governi preferiscono in alcuni casi chiudere gli occhi. «L’impunità di cui godono le organizzazioni di estrema destra in alcuni Stati membri – è scritto nella risoluzione – è una delle ragioni che spiega l’aumento delle azioni violente, che colpiscono l società nel suo complesso e si rivolgono a particolari minoranze come le persone di origine africana, gli ebrei, i musulmani, i rom, i cittadini di paesi terzi, le persone lgbti e le persone con disabilità». A incrementare certi comportamenti ci sono poi anche i discorsi do odio pronunciati da alcuni leader politici e funzionari pubblici, funzionali al processo di normalizzazione della violenza.

La risoluzione sottolinea anche la necessità do adottare misure utili a contrastare la diffusione del razzismo, del fascismo e della xenofobia su internet, in collaborazione con le aziende di social media. Infine gli stadi. Dal parlamento europeo arriva un appello alle federazioni sportive e alle società calcistiche perché contrastino il razzismo, e la xenofobia negli stadi e nella cultura sportiva punendo i responsabili.

Soddisfatta per l’approvazione della risoluzione si è detta Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi. «Uno stimolo forte anche per il nostro Paese – ha aggiunto – dove realtà come CasaPound possono, nelle piazze e nei social, incitare all’odio ed esaltare il “padre della Patria” Benito Mussolini senza una forte ed efficace azione di contrasto da parte delle istituzioni e in presenza, addirittura, della connivenza di alcuni ministri».