Licenziamento collettivo per tutti i 1.450 dipendenti Air Italy. Lo hanno annunciato ieri mattina i commissari liquidatori – Enrico Laghi, indagato nell’inchiesta sulla bancarotta di Alitalia Etihad e Franco Lagro – ai dirigenti in collegamento nelle due basi di Malpensa e Olbia.

SE IN UN PRIMO MOMENTO si dava per scontato che le lettere di licenziamento stessero per partire, nel pomeriggio la società ha specificato che l’iter prevede 75 giorni di tempo, quindi entro maggio. Nel frattempo i commissari si sono impegnata «ad esplorare la strada della cessione del ramo d’azienda per cercare di salvaguardare il più possibile i lavoratori».

La liquidazione in bonis ha già bloccato da mercoledì i voli e tutta l’operatività. Ma se a Malpensa l’aeroporto è attivo, a Olbia lo scalo è chiuso per allungare la pista fino al 14 marzo.
Questa finestra temporale permette ai sindacati di chiedere a gran voce «il ritiro immediato della liquidazione in bonis e il ripristino dell’operatività almeno dal 14 marzo.

Nel frattempo anche il governo ha battuto un colpo. La ministra Paola De Micheli ha convocato per giovedì 20 i sindacati, la regione Sardegna e la regione Lombardia sulla vicenda Air Italy, specificando che sempre per la prossima settimana sono in fase di preparazione incontri con la proprietà. De Micheli ha poi scritto ai liquidatori per «formalizzare l’urgente richiesta di cambio della procedura, dal momento che la liquidazione danneggia pesantemente i lavoratori e la possibilità di garantire il trasporto aereo sulla Sardegna».

Fin dal primo giorno sindacati e politica sarda hanno parlato del «modello Corsica»: la compagnia aerea in difficoltà fu rilevata dalla regione francese. Anche se ciò avveniva 30 anni fa e oggi il mercato aereo è completamente diverso, la proposta è stata lanciata dal Pd e il governatore leghista-autonomista Christian Solinas ha annunciato che presto incontrerà Akbar Al Baker di Qatar Airwais, la compagnia che detiene il 49% della società appena messa in liquidazione.

A DIFFERENZA DELL’AGA KHAN che ha la maggioranza col 51%, i qatarioti avrebbero effettuato l’aumento di capitale per rilanciare Air Italy, ma non potevano farlo da soli in quanto l’Ue vieta che la maggioranza delle compagnie aeree sia controllata da società extra europee. Solinas quindi punta ad accordarsi con Akbar Al Baker mettendo sul tavolo del salvataggio la Sfirs, la società per azioni intermediario finanziario della Regione. Ma un’operazione di questo genere ha bisogno del via libera della commissione Ue e quindi di tempo.

Per ottenerlo i sindacati si stanno mobilitando. «I lavoratori sono disperati. Dal giugno 2016, primo momento di crisi, hanno una tegola sulla testa più grande – racconta il combattivo segretario generale della Filt Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu. Di 550 la maggior parte è personale di terra e manutenzione (200) e call center (100) difficilmente ricollocabile. «Per questo ci appelliamo al presidente della Repubblica perché contatti il Qatar: loro potrebbero essere interessati anche ad Alitalia e potremmo unire le due compagnie tradizioni italiane, entrambe in difficoltà, anche perché Air Italy ha pochissimi aeromobili suoi, mentre Alitalia sì».

Domani a Olbia alle 11 si terrà un presidio all’aeroporto, mentre lo sciopero di tutto il settore aereo di martedì 25 assumerà ancora più importanza.