Colpo di scena nella vicenda Alitalia: le carte si rimescolano e almeno per ora si allontana la conquista da parte di Air France. In parte per quel che è avvenuto ieri in consiglio di amministrazione, con la compagnia francese che ha detto no alla ricapitalizzazione, mentre i «capitani coraggiosi» scelti nel 2009 da Berlusconi per «salvare» (si fa per dire) l’azienda, hanno proceduto a una piccola e insufficiente iniezione di capitali, che comunque permette un temporaneo galleggiamento e il rinvio della chiusura dei giochi di qualche settimana. Cento milioni i soldi messi ieri, quando per una ricapitalizzazione seria ce ne sarebbero voluti almeno 400.

L’altra notizia è l’intervento – o, almeno, il tentato intervento – del governo Letta nella questione: o almeno (tocca ripetersi) di una sua parte. Il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato (del Pd) è infatti intervenuto con una intervista sul Sole 24 Ore che ha fatto molto discutere, anche all’interno dello stesso esecutivo. «Non è detto che solo i francesi possano immettere capitale» nella compagnia – ha spiegato – aggiungendo subito dopo di essere preoccupato all’idea «che una compagnia sposti tutto l’asse del trasporto aereo centrale in Francia, con l’Italia marginalizzata». Si possono, invece, ha concluso, «trovare soluzioni alternative, ci stiamo lavorando proprio in queste ore»: «Il tentativo è coinvolgere il mondo bancario per provare a superare le difficoltà di Alitalia e poi negoziare con altri partner. Stiamo lavorando a una soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche».

Queste dichiarazioni hanno urtato il titolare delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: «Ognuno approfondisca i temi che conosce – ha detto il ministro, esponente di spicco del Pdl – Credo che il collega abbia altri problemi di cui occuparsi come Finmeccanica e Riva. Sul tema Alitalia sono in corso da mesi lavori da parte del sottoscritto. Comunque quelle di Zanonato sono opinioni legittime, come io ne ho su Riva».

I conti della compagnia sono comunque preoccupanti,. e certo si dovranno trovare dei partner, se andrà male con Air France: si parla della russa Aeroflot, o di Etihad, compagnia degli Emirati Arabi.

Ecco dunque i conti portati ieri al consiglio di amministrazione: a fine giugno i debiti netti sono risultati pari a 946 milioni (in calo dal miliardo di fine marzo), mentre il rosso di bilancio è di 294 milioni (nello stesso periodo dello scorso anno era di 200 milioni). Il fatturato è di 1,6 miliardi (segna un -4%) e non riesce a coprire i costi, tanto che il risultato operativo è negativo per 198 milioni, in peggioramento rispetto al giugno del 2012 (-169 milioni). È stato confermato infine un cda di aggiornamento per il prossimo 3 ottobre.