Era sul punto di arrendersi ieri sera Bilad Badr, il leader islamista che dal 2013 occupa con il suo gruppo armato il rione di al Tira, nel campo profughi palestinese di Ain el Hilweh (Sidone). L’offensiva lanciata tre giorni fa dai combattenti di Fatah, agli ordini di Mounir al Maqdah, e da altre formazioni dell’Olp, ha raggiunto lo scopo di riprendere il controllo del campo profughi, teatro di periodici scontri a fuoco tra schieramenti opposti. Nelle ultime 72 ore sono rimaste uccise almeno 10 persone, tra le quali alcuni civili, e oltre quaranta sono state ferite. A Bilal Badr domenina era stato offerto un accordo: in cambio della sua uscita sicura da Ain el Hilweh il leader islamista avrebbe dovuto permettere il dispiegamento ad al Tira dei combattenti di Fatah. Badr però ha rifiutato e tentato di romprere l’assedio lanciando, senza successo, tre attacchi.

I segni della battaglia ieri erano visibili in diverse zone del campo, con automobili e negozi distrutti o crivellati di colpi. Per le forze dell’Olp aver ripreso il controllo di tutto il campo profughi è un successo doppio perché significa anche allentare le pressioni delle autorità militari libanesi che hanno ripetutamente minacciato di intervenire. Lo scorso novembre l’esercito ha cominciato a costruire intorno al campo un muro di cemento alto alcuni metri, con torrette di guardia, ufficialmente per impedire che i ricercati possano trovarvi rifugio. I lavori ora sono sospesi.(mi.gio.)