I poliziotti che a Genova, nel 2001, massacrarono senza pietà alcuni manifestanti indifesi e minacciarono con una pistola alcuni giovani mentre venivano portati in carcere hanno leso l’immagine dell’Italia, oltre a rovinare la vita di quei ragazzi. Perciò il procuratore regionale della Corte dei Conti di Genova, Ermete Bogetti, chiede ai cinque appartenenti alla Ps – il vicequestore Alessandro Perugini e quattro esperti sovrintendenti della Digos – di risarcire il danno d’immagine che per colpa loro la polizia italiana ha subito a livello mondiale. La richiesta è di un milione e 120 mila euro per la la «viltà» di quei cinque poliziotti.

Scrive Bogetti nella richiesta di risarcimento danni: «Se il ministero dell’Interno, come sarebbe stato doveroso, si fosse costituito parte civile per il gravissimo danno all’immagine patito dal Corpo della Polizia di Stato e dallo stesso Stato, i quali si sono mostrati agli occhi della Città di Genova, degli Italiani e del mondo intero… violenti e prevaricatori in spregio delle leggi, della Costituzione e degli stessi principi dello stato di diritto, la presente azione di responsabilità non sarebbe stata necessaria, perché certamente per tale danno – ancora più grave, se è consentita la comparazione, di quello patito dalle singole vittime accertate sarebbe stata pronunciata una severa condanna». Naturalmente i sindacati di polizia hanno fatto quadrato attorno ai loro colleghi.

Una richiesta «assurda» per il Sap: «Non basta essere condannati in sede penale. Non è sufficiente essere obbligati a rifondere un risarcimento civile che ti costringe a vendere anche la propria casa. Vogliamo poi parlare delle sanzioni disciplinari interne? Tutto questo, per qualche magistrato, è troppo poco. Adesso ci manca solo la richiesta di risarcimento di un milione di euro per danno d’immagine da parte della Corte dei Conti».