Fiat Chrysler Automobiles (Fca) è nel mirino di costruttori cinesi Great Wall Motors, Dongfeng, Geely e Guangzhou Automobile (Gac): quest’ultima ha una joint-venture con Fca in Cina. L’indiscrezione su un’offerta rifiutata nell’ultimo mese dalla multinazionale guidata da Sergio Marchionne è stata pubblicata su una rivista di settore, la «Automotive News». I dirigenti della Fca sarebbero andati in Cina per incontrare Great Wall Motor Co. Le delegazioni cinesi hanno visitato la scorsa settimana la sede della Fca a Auburn Hills a Detroit negli Stati Uniti. Ieri l’indiscrezione è bastata per fare sobbalzare il titolo Fca nella borsa italiana e in quella americana: +8,1% a Milano, +7,8% sul Nyse a New York. Fca e i costruttori cinesi non hanno commentato.

L’EVENTUALE «VENDITA» di Fca includerebbe i marchi Jeep e Ram, ma anche Chrysler, Dodge e Fiat. Ne sarebbero escluse Maserati e Alfa Romeo che, come Ferrari, potrebbero essere separate per massimizzare il valore per Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, sostiene Automotive News. L’ipotesi è quella dello «spezzatino». Potrebbe essere questa la strada scelta da Marchionne con l’obiettivo di portare a termine la «parabola» iniziata nel 2009 che si chiuderà nel 2019 quando lascerà Fca. Per Marco Bentivogli (Fim-Cisl) «L’ipotesi di spacchettamento di Fca è una follia. Non sta in piedi e avrebbe pesanti ricadute su molti stabilimenti italiani».

GREAT WALL MOTORS è il maggiore produttore di Suv in Cina. Nel primo semestre 2017 ha segnato un calo degli utili del 49,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: meno 2,5 miliardi di yuan (369,6 milioni di dollari). Un calo dovuto soprattutto agli alti costi e alla deflazione.

DONGFENG, è stata fondata nel 1969 ed è una della grandi imprese statali cinesi nel settore automobilistico. Oggi ha una partnership con Renault e una partecipazione in Peugeot-Citroen e una divisione che si occupa dello sviluppo di auto elettriche. La sua sede è a Wuhan, nella Cina interna. Dal 2005 è quotata a Hong Kong e da allora si è espansa fino a superare per la prima volta nel 2011 la soglia di un milione di veicoli venduti.

GUANGZHOU Automobile (Gac) è nella lista dei cinquecento maggiori gruppi della Fortune Global 500. Oltre alla partnership con Fiat Chrysler, Gac ha due joint venture con Toyota e Honda. Il gruppo ha investimenti anche nei settori della logistica, della finanza e del ramo assicurativo. Nel 2010 Geely ha acquistato per 1,8 miliardi di dollari la svedese Volvo. Quest’ultimo è il più solido dei gruppi interessati a una possibile acquisizione di Fca.

L’INTERESSE DEI CINESI è dovuto anche alla pressione di Pechino che intende fare crescere la propria industria automobilistica fuori dai confini nazionali. La direttiva governativa «China Outbound» spinge le aziende cinesi ad acquistare all’estero nei loro settori industriali. Secondo alcune stime,queste aziende spenderanno 1.500 miliardi di dollari nell’acquisizione di società straniere nei prossimi 10 anni, il 70% in più rispetto ai livelli attuali. L’acquisizione di Fca si spiega con il progetto di entrare sul mercato nord americano.

I VERTICI cinesi intendono tagliare gli investimenti «ciechi e irrazionali» all’estero, così li ha definiti il capo della State Administration of Foreign Exchange cinese, Pan Gongsheng. Si concentreranno su investimenti di cooperazione industriale internazionale e investimenti che rientrano nell’iniziativa di sviluppo infrastrutturale «Belt and Road» lanciata da Xi Jinping nel 2013.