Dopo il verdetto di novembre, per le leggi della Georgia la sentenza non sarebbe potuta essere molto diversa: l’ergastolo per ognuno dei tre uomini colpevoli dell’omicidio di Ahmaud Arbery, il 25enne nero ucciso due anni fa mentre faceva jogging a Satilla Shores, un quartiere di Brunswick. Per Travis McMichael – che ha premuto il grilletto ed è stato giudicato colpevole di omicidio volontario – e suo padre Greg McMichael (colpevole di felony murder – omicidio come conseguenza di un altro crimine) l’ergastolo è un vero fine pena mai: senza possibilità di fare richiesta della libertà vigilata. Per il loro vicino William Bryan, anche lui condannato per felony murder, c’è invece la possibilità di farne richiesta – ma non prima di aver scontato trent’anni. Secondo il giudice Timothy Walmsley, che ha comminato le pene, Bryan è infatti l’unico ad aver dato segni di rimorso.

Non così per i McMichael, la cui difesa ha sostenuto che fossero convinti che Arbery stesse per commettere un crimine: «Il crimine più violento accaduto a Satilla Shores è stato l’omicidio di Ahmaud Arbery», ha detto il giudice, che ha descritto come «assolutamente raccapricciante» il momento in cui il ragazzo viene incastrato fra due camion dai tre uomini e giustiziato a sangue freddo. 5 minuti in cui viene braccato, e infine ucciso, ripresi dallo stesso Bryan: è stato quel video a rendere possibile il verdetto, perché la procura all’epoca aveva fatto cadere il caso. Solo quando più di due mesi dopo il video è diventato virale la Georgia ha dovuto fare i conti con quello che molti hanno giustamente definito un linciaggio moderno.

La sentenza, secondo il reverendo Al Sharpton, sarebbe stata «inimmaginabile» solo fino a poco tempo fa: «Che nel profondo sud, con una giuria di 11 bianchi e un solo nero, degli uomini bianchi possano essere condannati all’ergastolo per l’omicidio di un afroamericano». E non solo: l’assassinio di Arbery ha anche portato la Georgia ad abrogare una legge risalente all’epoca coloniale, il «citizen arrest», che consente ai cittadini di arrestare chiunque sospettino di aver commesso un crimine – invocata all’epoca dagli assassini di Arbery.
«Ahmaud – ha commentato la madre Wanda Cooper-Jones – non ha detto loro una sola parola. Non li ha mai minacciati. Voleva solo essere lasciato stare. I suoi assassini erano pienamente dediti al loro crimine. Che ora lo siano anche alle conseguenze». A febbraio i tre subiranno anche un processo federale per crimini d’odio.