Agnieszka Taborska è una scrittrice storica dell’arte e traduttrice, si divide tra tra Varsavia e Providence, Rhode Island, dove è docente di letteratura e storia dell’arte presso la Rhode Island School. La sua principale area di interesse è l’immagine della donna nell’arte, il Surrealismo francese, l’importanza delle donne nel movimento e l’impatto del Surrealismo sull’arte contemporanea. Ad Animator ha portato una lezione interattiva su «Alice nel paese delle meraviglie.»
Secondo lei, l’animazione è il veicolo privilegiato della metafora?
Sì, credo che lo sia. Come i poster, utilizza una forma grafica semplificata, che contribuisce a rendere più forti le metafore.
Ha scelto Alice nel paese delle meraviglie come uno dei temi del suo intervento; perché, a suo parere, questa storia ha ancora cosí tanto potere evocativo, in particolare sulle donne? Possiamo parlare di una lettura femminista del testo?
«Alice nel paese delle meraviglie» è stato un testo molto importante per i surrealisti, e lo è per me, così come per tutti quei lettori che credono che il mondo sia un luogo folle, impossibile da descrivere in termini razionali. Si tratta di uno dei rari libri fruibili tanto dai bambini che dagli adulti. La maggior parte dei libri raffigurano bambine mentre giocano con le bambole, e quindi il loro futuro come madri è determinato, il futuro di Alice, come il futuro di ragazzini, invece,rimane una questione aperta.
Le femministe lodano il suo coraggio, l’assertività e l’indipendenza che sfidava tutti gli stereotipi delle giovani donne in epoca vittoriana. Alice esce dai ruoli femminili tradizionali e fa tutto quello che «una brava ragazza per bene» non dovrebbe fare: è curiosa, ribelle e parla sinceramente e direttamente. Gli altri personaggi femminili, la Duchessa, il cuoco, e la Regina di Cuori, sono senza senso e violenti. Il comportamento caotico della Regina può essere interpretato come un avvertimento sessista su ciò che potrebbe accadere se le donne ottenessero il potere, o come commento femminista sulla reazione psicologica alle esigenze della maternità (tenere in braccio un bambino, preparare una zuppa, ecc).