Sono questioni delicate quelle che tratta Agnese Toniutti nel suo nuovo album, Subtle Matters (Neuma Records). Delicati (sottili) argomenti di musica contemporanea nata da modi di pensare lontani dagli accademismi. Questa pianista ama le tecniche insolite nell’esplorare l’universo timbrico del suo strumento. Sono state definite «tecniche estese» e per Toniutti sono mezzi dell’estensione esistenziale. Non territorialità, oltrepassamento dei confini. Un desiderio di sovversione sonora che predilige la leggerezza. Questioni delicate, appunto.

GLI AUTORI di Toniutti sono stati Scelsi, Cage, Cardini. Nel suo itinerario di amabile eretica si affacciano oggi nel nuovo disco Lucia Dlugoszewski, Tan Dun e Philip Corner. Dichiariamo subito un amore particolare per l’ultimo dei tre. Corner, newyorchese ottantottenne, dagli anni ’90 del secolo scorso residente in Italia, è uno dei fondatori del movimento Fluxus, è spericolato improvvisatore, artista visivo, performer gestuale. E sommo compositore con partiture più che altro suggerite all’interprete. Se in questo album le quattro sue opere spiccano per acume e per un grado di singolarità di cui raramente si ricorda l’eguale, è certo merito dell’acume e della singolarità di Toniutti. Che in tutto l’album usa versioni «anomale» del suo strumento, tipo il toy piano, il timbre piano (per Dlugoszewski), il piano preparato.
In uno dei brani di Corner, il più recente, del 2020, Man in Field (the sound as “Hero”), usa il normale pianoforte. Il pezzo inizia con cascatelle misurate di note sparse, senza legami tra loro che non siano la leggerezza inquieta/inafferrabile, poi procede con due sezioni di accordi dissonanti, la prima di sapore acre e la seconda di tono pensoso con una struttura che rasenta il costruttivismo. La parola capolavoro si può scrivere senza esitazione. Anche per le altre tre opere di Corner: Toy Piano (2012), dove si capisce che il gioco è una cosa seria e il giocattolo un’arma delicatamente incisiva, Small Piece of a Fluxus Reality (2018), dove il piano è una grande arca da cui è evaso uno spirito libero in forma di corde percosse, A really lovely piece made for & by Agnese (2019), dove l’amabilità di Corner è ancora più spiazzante di quella di Cage.

IL LAVORO della polacca-americana Dlugoszewski, vissuta tra il 1925 e il 2000, è in quattro parti e si avvale di un titolo strepitoso: Exacerbated Subtlety Concert (Why Does a Woman Love a Man?). Il timbre piano che la compositrice stessa ha inventato emette suoni lunghi come sibili, punti sonori che sembrano prodotti da apparati «concrète» o elettronici. Composizione del 1997-2000 ricostruita da Toniutti sulla base di appunti e registrazioni ritrovate, è di magnifica effervescenza, di un vitalismo arguto a tratti irresistibile, forse con qualche momento effettistico.
Il brano di Tan Dun, C-A-G-E, fingering for piano (1994), è un elogio della dolcezza extra-norma, una sapiente rimembranza cageana e della musica cinese antica. Toniutti magica.