Applicazione “svogliata” dei servizi sociali a Silvio Berlusconi, svogliata perché Berlusconi è uomo politico ancora attivamente impegnato, ricevuto dal capo dello Stato; impegnato, unitamente con il governo, nelle riforme costituzionali; quindi nostro potenziale futuro padre costituente: al posto di De Gasperi, Togliatti, Calamandrei, oggi Renzi, Berlusconi, Alfano, Brunetta. Applicazione svogliata: incontro di mercoledì 23 aprile di Berlusconi con Severina Panarello, direttrice dell’Uepe, data da cui decorre la misura, ma primo ingresso nei servizi sociali dopo molti giorni: come dire, molti giorni di decorrenza della misura “condonati”; ma come “rieducare” un uomo politico ancora attivamente impegnato, possibile futuro nostro padre costituente? I giudici dell’esecuzione avrebbero dovuto pensare un sistema “specifico” da applicare a Berlusconi. Non lo hanno pensato, si sono arresi di fronte al problema giuridicamente arduo. I giudici, si dice, non devono fare politica, ma la misura imposta a Berlusconi è impastata di politica.

Il problema è stato affrontato dai mass media nei termini del tutto inadeguati e in certo senso assurdi di assicurare a Berlusconi l'”agibilità politica”. Come, fino a quale punto? Non lasciare la propria abitazione prima delle sei del mattino, non rientrare dopo le ventitrè…

Per educare Berlusconi occorre, innanzi tutto, definirlo. Berlusconi è un fuorilegge. Si tratta quindi di rieducare un fuorilegge, di collocare un fuorilegge “under the law“. Da ricordare che nel 1995 il nostro futuro padre costituente ha dichiarato: «…sono contro lo spirito e la lettera della Costituzione» (la Repubblica 23.7.1995). Oggi dice e ripete che la sentenza passata in giudicato (decisa in ultima istanza dalla Corte di cassazione) è falsamente passata in giudicato perché impugnabile in sede comunitaria e perché revisionabile. Sentenza ingiusta, “mostruosa”. Un personaggio del genere e rieducabile? Chi è in grado di rieducarlo? La struttura Sacra Famiglia di Cesano Boscone?

Gli osservatori stranieri, in particolare gli anglosassoni che ritengono che il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge sia una cosa seria, criticano la giustizia italiana perché dopo titanici sforzi, estenuata, partorisce il topolino: è preoccupata non di assicurare l’esecuzione della pena, ma di assicurare ad un condannato potente l'”agibilità politica”. Sotto critica, in particolare, è il sistema delle impugnazioni che non finiscono mai. In fase cognitiva(di accertamento della responsabilità penale) e a livello esecutivo.

A livello esecutivo vi è un giudice di sorveglianza che vigila affinché i diritti del condannato siano rispettati. I provvedimenti del giudice di sorveglianza possono essere impugnati. Contro la decisione del tribunale di sorveglianza può essere proposto ricorso in Cassazione.

Il tribunale di sorveglianza di Milano ha garantito a Berlusconi l’agibilità politica e anche l’agibilità televisiva, nel senso che Berlusconi potrà continuare a dirigere le sue televisioni in manifesto conflitto di interessi. Di conflitto di interessi in Italia non parla più nessuno. Non è il caso di parlarne visto che l’agibilità politica di Berlusconi coincide fondamentalmente con la sua agibilità televisiva in conflitto di interessi?

Un’ultima questione: la reticenza della sinistra a trattare della pena in concreto inflitta a Berlusconi(quattro ore alla settimana di servizi sociali in luogo di quattro anni di reclusione, di cui tre condonati). La sinistra è per il diritto penale minimo, è per le pene brevi, è per il trattamento umano nelle prigioni, quindi è reticente nel rimarcare il trattamento umano (sovrumano) fatto a Berlusconi; ma in questo caso il problema è che non c’è pena, è che la montagna ha partorito il topolino. In questione, come giustamente è stato da molti evidenziato, è il principio di eguaglianza, non la pena breve o il trattamento umano nelle prigioni. In questione è la serietà della giustizia.

La giustizia penale è seria se, per tutti, vi sono pene inflitte. Pene umane, pene brevi, ma sempre nel rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Manifestamente Berlusconi in Italia è più uguale degli altri.