È l’omofobia il movente dell’aggressione subita da un gruppo di ragazzi di Terni in vacanza a San Benedetto del Tronto, sulla costa marchigiana, nel cuore della notte tra mercoledì e giovedì. Le provocazioni verso un ragazzo omosessuale all’interno di una nota discoteca della zona ha provocato l’ovvia reazione dei suoi amici e così sarebbe nato un violentissimo parapiglia prima sulla pista da ballo e poi ancora per le strade. Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, verso le quattro del mattino, dopo aver subito una prima aggressione all’interno del locale sul lungomare, i giovani di Terni sarebbero fuggiti per le vie del centro cittadino, inseguiti da un altro gruppo di persone del posto. «Sembravano dei pazzi furiosi», ha raccontato uno dei testimoni. La notte di violenza si è conclusa davanti all’appartamento preso in affitto per le vacanze dagli aggrediti: gli inseguitori avrebbero provato a entrare sfondando a calci la porta e solo a quel punto sono arrivati i carabinieri. Alla fine il pronto soccorso di San Benedetto ha stilato dieci referti per i ragazzi di Terni, con prognosi di una settimana per contusioni e ferite di vario genere. Le indagini sono appena cominciate con l’acquisizione dei filmati ripresi dalle varie telecamere di sorveglianza che si trovano tra il lungomare e il centro della città.

PER UN GIORNO la notizia è rimasta sommersa: sulle cronache locali si è parlato semplicemente di una rissa nata per futili motivi e soltanto dopo la denuncia è emerso che il gruppetto di Terni è stato massacrato di botte perché uno di loro è omosessuale.

Imbarazzo sul fronte politico: l’aggressione coincide con l’inizio della campagna elettorale per le regionali in programma a settembre e ogni dichiarazione viene pesata col bilancino per paura di perdere consensi su un tema ritenuto molto delicato. L’unica a intervenire, sin qui, è stata la giovane esponente di Non Una di Meno e candidata nelle liste del Pd Valeria Cardarelli: «È un ritornello che già conosciamo, e che senza dubbio siamo stanchi di ascoltare. Sono ovviamente disgustata, ma certo non stupita perché si tratta dell’ennesimo caso del genere». Dall’altra parte della barricata, la destra, che sondaggi alla mano risulta in vantaggio, in parte ha negato la radice omofoba dell’aggressione e in parte si è chiusa nel più totale silenzio in attesa che passi la tempesta.

LA QUESTIONE dell’aggressione a San Benedetto ha agitato le acque anche in Umbria: «Restiamo basiti di fronte al silenzio del sindaco di Terni Leonardo Latini (Lega), che anche in questa grave occasione, invece di difendere a gran voce i suoi concittadini, si chiude nel suo mondo ideologico che risponde ai detrattori del disegno di legge Zan e del riconoscimento della parità di diritti», si legge in una nota diffusa dal gruppo ternano di Articolo Uno.

Intanto sembrerebbe ormai all’ultimo miglio: dopo aver attraversato una palude di ostruzionismo con un migliaio di emendamenti presentati da Lega e Fratelli d’Italia in Commissione giustizia, a settembre andrà in discussione alla Camera il ddl contro la misoginia e l’omofobia e le speranze che si arrivi a un’approvazione della legge crescono giorno dopo giorno.

L’aggressione di San Benedetto segue a distanza di qualche settimana quella avvenuta a Pescara, con un venticinquenne molisano che è stato pestato mentre passeggiava con il fidanzato, riportando trenta giorni di prognosi e un intervento chirurgico per la rottura della mascella. Nei giorni scorsi una ragazzo di vent’anni è stato identificato e denunciato.