Niente lanci di agenzia, nella giornata del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma le notizie in redazione arrivano dai siti, dai social e soprattutto dai cronisti che, gambe in spalla come nell’era pre-tecnologica, debbono farsi in quattro, anche per verificare fonti e numeri della giornata.

Ieri le agenzie di stampa italiane, che producono l’informazione di base per le istituzioni, il mondo politico ed economico e il mercato editoriale, sono rimaste quasi completamente mute contro la decisione del ministro Luca Lotti (dello Sport con delega all’editoria) di cancellare il sistema delle convenzioni per sostituirlo con una gara europea. Una gara però che nei paesi europei non si fa. «In questo caso adeguarsi alle regole europee significa fare una legge che regoli il rapporto fra agenzie e governo, come succede negli altri paesi», spiega il segretario della Federazione nazionale della stampa Raffaele Lorusso.

L’idea – recente – di Lotti è invece quella di mettere tutti i servizi sul mercato, e pazienza se il pluralismo non seguirà. Per le redazioni così si mettono a rischio quasi mille posti di lavoro. E c’è di più. Anche per l’Autorità nazionale anticorruzione l’impostazione governativa provocherebbe controversie sul piano legislativo. «Un salto nel buio» per il comitato di redazione di Adnkronos, «mai accaduto in Europa dove l’informazione è tutelata dai governi come interesse pubblico primario». La mobilitazione, in un giorno cruciale per l’informazione italiana, è stata decisa dopo che i comitati di redazione, riuniti in coordinamento, avevano chiesto al ministro «una chiara disponibilità» per «superare l’idea di bando» e «salvaguardare il pluralismo delle voci e i livelli occupazionali». Alla vigilia dello sciopero il ministro ha fatto sapere di essere disponibile ad incontrare Lorusso (l’incontro probabilmente avverrà a metà della prossima settimana). Ma ai cdr ha risposto con durezza: «La fase di dialogo e collaborazione tra le parti viene così di fatto unilateralmente compromessa».

ANCHE SKY TG24 HA SPENTO le sue telecamere. Ieri hanno fatto sciopero congiunto i giornalisti e i tecnici; oggi farà sciopero il personale amministrativo. Da mesi le redazioni conducono una dura vertenza con l’azienda che ha comunicato un piano di 120 esuberi e 300 trasferimenti su 600 addetti e lo spostamento di Sky Tg 24 da Roma a Milano. I giornalisti chiedono all’azienda di ritirare gli esuberi e di riprendere il confronto con il sindacato sul piano di trasformazione e riorganizzazione, a fronte di un piano di investimenti di ben 29 milioni di euro.