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Africa, problemi per il grano? Ci pensa Putin

Il presidente russo Vladimir Putin incontra i leader delle organizzazioni regionali africane durante il Vertice Russia Africa foto ApIl presidente russo Vladimir Putin incontra i leader delle organizzazioni regionali africane durante il Vertice Russia Africa – foto Ap

Africa Al summit di San Pietroburgo il presidente russo si spende per consolidare il fronte anti-occidentale. E a sorpresa riappare Prigozhin

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 luglio 2023

Con il Vertice Russia-Africa, ieri e oggi, l’antica capitale imperiale, San Pietroburgo, ritorna ad essere scena per grandi manovre sullo scacchiere geopolitico mondiale. Di fronte alla pressione occidentale sulla guerra in Ucraina, al di là degli affari e dell’influenza militare, la Russia cerca in Africa di consolidare un fronte «anticoloniale» del «Sud globale» contro le potenze anglosassoni e loro alleati europei.

Dato tale forte valore simbolico, l’evento è stato preceduto da settimane di fibrillante azione diplomatica, in cui gli ucraini e gli occidentali hanno cercato di boicottare al massimo la partecipazione. Alla fine, su 54 paesi, solo 17 sono rappresentati da capi di stato o di governo (fra cui l’egiziano Al-Sisi, l’algerino Abdelmadjid Tebboune, il primo ministro dell’Etiopia Ahmed) mentre 23 hanno ceduto alle pressioni abbassando il livello della loro delegazione. In ogni caso 49 bandiere sono presenti sul tavolo, nei fatti una tribuna sufficiente ai fini diplomatici russi.

Dieci giorni dopo la fine dell’accordo sul grano la questione ha ovviamente tenuto banco. Mosca ha di nuovo dato la colpa al diniego occidentale degli interessi russi. Inoltre, Putin ha sostenuto che l’Ucraina usava il corridoio commerciale per ottenere armi. Malgrado il limitato smercio in Africa dei grani ucraini, Putin ha riconosciuto l’impatto sui prezzi causato dal ritiro russo e si è detto pronto a compiere ogni sforzo per prevenire una crisi alimentare, anche consegnando gratis ai paesi più bisognosi (Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, ed Eritrea) fra 25 e 50.000 tonnellate di grano.

Per Mosca il vertice è inoltre importante per consolidare la cooperazione nel settore della Difesa dei paesi africani, per cui le armi russe costituiscono il 40% degli acquisti complessivi. Soprattutto vi è la questione del ruolo fondamentale che la Wagner ed altri gruppi paramilitari russi giocano per la sicurezza nazionale di paesi quali Mali e Repubblica Centrafricana. Poco più di un mese dopo l’ambiguo ammutinamento dei mercenari nella stessa Russia, è ovvio che certi presidenti si attendono che Mosca li rassicuri.

Non è chiaro se in tale impresa partecipi lo stesso “golpista” Evgenij Prigozhin, di cui è stata ieri diffusa una fotografia, apparentemente scattata in uno degli hotel di sua proprietà, raffigurante un incontro con l’ambasciatore centrafricano. Oltre a riconfermare la sua organicità all’odierno potere politico russo, la riapparizione dell’imprenditore della violenza ha aggiunto suspence al contemporaneo colpo di Stato in Niger, forse non casualmente uno dei cinque stati assenti ai tavoli del Vertice, poiché bastione della residua influenza occidentale in Africa (in primo luogo per la Francia che rifornisce d’uranio). Secondo alcune voci, Prigozhin avrebbe anche incontrato i rappresentanti del Mali e del Niger, paesi confinanti dalle cui basi nel primo la Wagner potrebbe fare la differenza nell’esito del golpe in atto nel secondo. Al di là dell’implicazione o meno, un osservatore acuto quale l’ex-deputato S. Markov notava il paradossale parallelismo di ammutinamenti e vicende golpiste create da strutture militari che accomuna Putin ai suoi ospiti africani.

Ulteriore asse di cooperazione vantato da Putin è quello dell’educazione. Putin ha sottolineato la presenza di circa 35.000 studenti africani nelle università russe, di cui più di 6.000 grazie a borse di studio statali. Mosca s’impegna ad aiutare gli alleati africani a sviluppare i propri sistemi d’istruzione, nella formazione degli insegnanti, anche aprendo filiali delle università russe in Africa.

In programma negli incontri vi sono molti altri punti riguardanti la cooperazione tecnica ed infrastrutturale (in particolare è emerso un progetto per una zona industriale russa nei pressi del canale di Suez) e il consolidamento dei giganti dell’energia russi sui mercati africani. La solidità di questi e altri canali aperti nel continente verrà verificata nel corso delle prossime settimane, anche in vista del vertice dei Brics in Sudafrica. Mentre l’Algeria ha chiesto di aderire al consesso dei paesi emergenti (anche data la creazione recente della Banca di Sviluppo Bricks), la Cina (dove la Brics Bank ha sede) sta anche intensificando i contatti con i paesi africani – il nuovo capo della diplomazia Wang Yi si è incontrato con i leader di diversi paesi tra cui Sudafrica, Nigeria, Kenya, alla vigilia della loro partenza per San Pietroburgo.

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