Il decimo congresso dei fascio-populisti tedeschi, nella piazza dedicata all’Europa in Germania Ovest e un mese esatto dopo il boom elettorale nell’ultimo lembo “rosso” della Germania Est. Con il co-segretario Alexander Gauland già pronto a lasciare la poltrona al deputato sassone Tino Chrupalla (braccio politico delle sezioni nei Land della ex Ddr) come stabilito “democraticamente” a tavolino dalle due fazioni che si contendono la guida di Alternative für Deutschland.

Tre giorni prima del parteitag che si apre ufficialmente sabato, e con buona pace dei 600 delegati attesi nell’Europaplatz di Braunschweig (Bassa Sassonia) nella “Volkswagen Halle” che per la durata del congresso non si chiamerà così dopo che il costruttore di Wolfsburg ha negato di affiancare l’«auto del popolo» al “Volk” di Afd. Mentre gli organizzatori delle decine di contro-manifestazioni previste mettono a punto gli ultimi dettagli della protesta contro il partito che, dalla fondazione, continua a spostarsi sempre più a destra.

In attesa dei discorsi alla base elettorale che vale il 15% nei sondaggi spicca il patto della “successione morbida” per evitare il «casino» (così un influente deputato di Afd) del congresso del 2018.

Secondo la Faz l’attuale presidenza di Afd – a partire dall’altro co-segretario Joerg Meuthen – martedì notte si sarebbe messa d’accordo con i parlamentari di “Der Flugel”: l’ala di ultra-destra capeggiata da Björn Höcke, leader in Turingia e pivot nazionale di negazionisti dell’Olocausto e nostalgici del Terzo Reich. Sempre che l’outsider, il parlamentare berlinese Gottfried Curio, non riesca a mescolare le carte già giocate.

Così la notizia prima del congresso di Braunschweig resta la richiesta di «rendere le lettere irriconoscibili» di Volkswagen, che ha pubblicamente dichiarato di «non potere accettare la connessione con la riunione di Afd nella Hall da noi sponsorizzata». Il gestore comunale si è dovuto adeguare coprendo con un telo nero la mega-scritta sull’edificio.

E poco importa a Vw di perdere clienti dannosi per l’immagine già sufficientemente corrosa dal Dieselgate, nonostante l’avvertimento del co-segretario Meuthen: «Con questa azione imbarazzante non credo che Volkswagen abbia fatto la mossa giusta. Sono sicuro che migliaia di iscritti e milioni di elettori Afd lo percepiranno nettamente quando dovranno acquistare una nuova auto».