«Ho detto qualcosa che non va?» -«Nooo! Con quella bocca può dire ciò che vuole!». Per chi è cresciuto con la televisione degli anni ’50 e ’60, Virna Lisi, scomparsa ieri a 77 anni, ancora bellissima, è stata una specie di primo mito del piccolo schermo. Non solo per la lunghissima serie di Caroselli del dentifricio Chlorodont in gran parte scritti da Marcello Marchesi (e non Gualtiero come ho letto da qualche parte), che ne seguirono quasi settimana per settimana il successo prima nazionale poi internazionale, ma anche per il suo ruolo di star nei nostri primi sceneggiati, come Orgoglio e pregiudizio, Ottocento, dove era La Contessa di Castiglione e, soprattutto, Una tragedia americana, dove aveva il ruolo della sfortunata Sondra, bella e povera, che viene massacrata dal perfido Warner Bentivegna. A scuola dicevamo tutti «Sondra, Sondra!», come ripetevamo il sorriso del Chlorodont e la frasetta del codino finale che fece la sua prima fortuna assieme a quel malizioso neo sulla guancia. In realtà Virna Lisi si era fatta le ossa, non più che ragazzina, allora tondina e castana, con molti film napoletani di serie B già nei primi anni ’50, come E Napoli canta, Desiderio ’e sole, Lettere napoletane, Addio Napoli, diretti da registi un po’ anonimi come Armando Grottini, Giorgio Pastina, Roberto Bianchi Montero, Luigi Capuano detto ’O Commandante a fianco di star dell’ugola come Giacomo Rondinella.

Solo grazie al successo televisivo tra Carosello e gli sceneggiati arriverà al contratto con la Titanus che la vedrà approdare al peplum nel fondamentale Romolo e Remo di Sergio Corbucci, dove sembra che il forzuto Steve Reeves non riuscisse a tenerla in braccia e la fece cadere malamente, e nel curioso comico al-lstars Il giorno più corto a fianco di Franco e Ciccio. Nello stesso periodo si decise di lanciarla nel cinema vero, ma non fu un successo il suo ruolo da protagonista nel pur geniale Eva di Joseph Losey, come lei stessa ricorda, non amata né dal regista né dal protagonista Stanley Baker che la baciava con la bocca piena d’aglio. Meglio il cappa e spada francesce Il tulipano nero di Christian-Jacque dove recita a un altro bello da coproduzione come Alain Delon.

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Ma non fu facile, allora, farsi valere al cinema da registi importanti solo grazie alla fama della tv. Neanche il suo esordio americano, Come uccidere vostra moglie di Richard Quine, dove è appunto la moglie da uccidere di Jack Lemmon, fu un gran successo. Noi ragazzini rimanemmo malissimo a vederla tratta come la moglie un po’ scemarella di una delle nostre star più amate. Doppiamente ridicolizzata, inoltre, dal fatto di vederle fare l’italiana bellona da macchietta, ma doppiata come greca! Un disastro. Però Hollywood le aprì le porte non solo per una nuova serie di caroselli del Chlorodont, ma soprattutto del nostro cinema di serie A, divisa tra Dino Risi, Luigi Zampa, Nanni Loy, Carlo Lizzani, Pietro Germi pronti a contendersela come una Marilyn Monroe italiana. Se il suo film migliore del momento fu Signori e signore di Germi, capolavoro sulla vita di provincia nel veneto, non dimentichiamo l’episodio di Dino Risi, che la adorava, in Le bambole, dove Nino Manfredi, in una afosa giornata estiva cerca inutilmente di far l’amore con lei, che è più interessata a parlare al telefono. Ovvio che si diriga quindi dalla vicina della casa di fronte, non una santa, la tradisca e poi torni tranquillamente nel suo appartamento mentre la moglie è ancora presa dalla conversazione. Non furono successi né La donna del lago di Luigi Bazzoni e Franco Rossellini, né Casanova 70, malgrado la regia di Mario Monicelli e la presenza di Marcello Mastroianni, ma ormai Virna Lisi era entrata nel giro giusto.

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Nella nostra commedia si specializzerà nel ruolo della bionda un po’ algida e pariolina, come la vediamo in film da recuperare come il curiosissimo Oggi, domani e dopodomani, dove dirige il suo episodio addirittura Eduardo de Filippo e ne Le dolci signore di Zampa. Davvero modesti però i suoi film americani come il tremendo U-112 assalto al Queen Mary con Frank Sinatra, Due assi nella manica, dove si divide tra George C. Scott e Tony Curtis, La statua con David Niven, trashissimo, dove tutto gira attorno a un pisello di marmo, e non sono meglio i suoi film quasi americani, cioè girati in Italia in inglese per il mercato americano come La ragazza e il generale di Pasquale Festa Campanile dove recita con un Rod Steiger insopportabile.

Meglio il raro Arabella di Mario Bolognini dove recita, sempre in inglese, tra James Fox, Terry Thomas e Margaret Rutheford o Tenderly di Franco Brusati con George Segal. Purtroppo non visse bene il fatto che per il ruolo da protagonista di Barbarella le venisse preferita Jane Fonda, anche se non era affatto giusta per la parte, troppo signora, poco pop. È difficilissimo da trovare il notevole Giochi pericolosi di Lorenzo Indovina, dove assieme a Marcello Mastroianni e Timothy Dalton danno vita al caso della Contessa Casati. Attrice più sbarazzina e interessante di quanto la cronaca ci descrivesse, con la sua famiglia romana alto-borghese, Virna Lisi si concesse delle belle prove da attrice già non più giovanissima. Non solo La cicala di Alberta Lattuada, che nel 1980 la riposizionò tra le nostri attrici maggiori, o i cultissimi Sapore di mare e Amarsi un po’ di Carlo Vanzina che la immortalarono come divinità pariola, ma anche film più difficili come Al di là del bene e del male di Liliana Cavani, Ernesto di Salvatore Samperi, fino a La regina Margot di Patrice Chéreau che le fruttò un incredibile premio come Miglior Attrice a Cannes nel 1994. Il resto furono decine di fiction per la Rai e per Mediaset. Nel 2015 uscirà Latin Lover che ha girato ma non ha visto nel montaggio finale, come ha confidato la regista Cristina Comencini.