Un volto indimenticabile «sfruttato» da decine di registi per tante produzioni cinematografiche e televisive, ma la sua passione era il teatro. Se ne è andato a 67 anni Toni Bertorelli, che proprio recentemente era apparso nel ruolo del cardinale Caltanissetta, nel cast di una delle serie più acclamate dell’anno, The Young Pope, diretta da Sorrentino e andata in onda su Sky.

Piemontese di nascita, Bertorelli viveva a Roma dove si svolgeranno lunedì alle 12 i funerali alla Chiesa degli artisti di piazza del popolo. Sul palcoscenico aveva mosso i primi passi a fine anni ’60 nelle compagnie d’avanguardia, poi la collaborazione con Carlo Cecchi e tanti ruoli per i classici del teatro, antico e contemporaneo, con un Premio Ubu conquistato nel 1998 per Il tartufo di Molière diretto da Armando Pugliese. E poi regista, con allestimenti da Molière, Beckett, Yehoshua, Sheridan. Il cinema lo scopre nel 1982 in Stangata napoletana di Vittorio Caprioli, è poi Morte di un matematico napoletano e Pasolini, un delitto italiano, di Marco Tullio Giordana (1995) per il quale riceve il premio Sacher d’oro. Sarà anche in due film di Nanni Moretti: La stanza del figlio e Il caimano (2006). Bellocchio lo vuole in Il principe di Homburg (1997), L’ora di religione (2002) e Sangue del mio sangue.

In tv fra le fiction più note Renzo e Lucia, Guerra e pace, Io ti assolvo, Pinocchio. Autore di due libri, il primo quattro anni fa, L’effetto del jazz, in cui raccontava la nascita, a Torino, del primo jazz club italiano. A fine inverno era uscito Voglio vivere senza di te, lunga confessione sui demoni dell’alcolismo.