È morto a 81 anni Kazuhiko Kato, in arte Monkey Punch, il padre di Lupin III, senza dubbio uno dei personaggi giapponesi che più hanno saputo catturare l’immaginario di molte generazioni, tanto in Giappone quanto all’estero. Tutto comincia nel 1967, in un periodo di fervore artistico e politico che come nel resto del mondo inondò l’arcipelago, quando un giovane Monkey Punch pubblica sulle pagine della rivista Weekly Manga Action la storia di un ladro, figura ispirata ad Arsenio Lupin, inventata da Maurice Leblanc agli inizi del secolo scorso.

IL SUCCESSO del personaggio e delle avventure con i suoi compagni, Jigen, Goemon, Fujiko e l’ispettore Zenigata, aumenta vertiginosamente quando quattro anni più tardi il manga viene trasposto in serie animata, il «Lupin con la giacca verde» per intenderci, quello diretto in alcuni episodi anche da Hayao Miyazaki, ancora oggi uno dei cartoni animati più amati, così in patria come nella nostra penisola. La riuscita del manga è anche merito delle storie e della perfetta caratterizzazione degli altri protagonisti, tutti personaggi con cui Monkey Punch omaggia e dichiara il proprio amore verso altri provenienti dalla letteratura o dal cinema. Per Fujiko Mine, che all’inizio non era un solo personaggio ma il nome dato a molte figure femminili nel manga, sembra che Monkey Punch si sia ispirato alla Milady presente ne I tre moschettieri di Alexander Dumas padre. Zenigata è nella storia un discendente del famoso ispettore Zenigata Heiji, personaggio creato dalla penna dello scrittore Kodo Nomura, sempre nei primi decenni del ventesimo secolo. Goemon è lui stesso un discendente di Goemon Ishikawa, ladro e samurai a metà fra il personaggio storico e la leggenda che visse in Giappone nel sedicesimo secolo. Solo Jigen non è ispirato direttamente ad un unico personaggio, ma è più un amalgama di diverse caratteristiche che si trovavano spesso in alcuni dei protagonisti di film western e di gangster.

MA È TUTTO il manga ad essere un anarchico e divertente omaggio a stili e tematiche prodotte dall’universo pop del periodo e dei decenni precedenti. Mission Impossible, 007, Tom e Jerry sono tutti lavori che infuenzano in un modo o nell’altro i disegni e le storie messe sulla carta dall’artista giapponese. Ma, come si diceva sopra, il manga è anche figlio del periodo di rivoluzione estetica e ribellione del decennio in cui è scaturito, il fatto di aver come protagonista un ladro e per di più ossessionato dall’altro sesso è un chiaro segno dei tempi. Una delle tavole del primo volume del fumetto, a colori, rappresenta così una festa dove tutti i giovani stanno ballando, brutalmente interrotta dall’arrivo dell’ispettore Zenigata, l’autorità ma anche il simbolo della generazione passata che ferma la gioia e la vitalità di quelle nuove.

NATURALMENTE Monkey Punch non è stato solo responsabile per la creazione di Lupin III, nel corso della sua lunga carriera ha toccato anche altre tematiche, ricordiamo almeno negli anni ottanta Cinderella Boy, manga dove un uomo ed una donna vengono fusi insieme, tematiche che sarebbero state affrontate di lì a poco da Rumiko Takahashi in Ranma 1/2 per esempio. È indubbio però che il ladro gentiluomo abbia accompagnato il suo creatore per tutta la sua vita ed in svariate declinazioni, dal più caricaturale al romantico, da quello bambino fino al più esplicitamente sessuale, tanto che il nome Monkey Punch viene associato quasi in modo automatico con quello di Lupin III, caso più unico che raro nella storia del fumetto giapponese.