François Houtart, sociologo delle religioni, filosofo, sacerdote gesuita, marxista, grande e autorevolissimo militante, uno dei protagonisti dei Forum sociali mondiali, è morto all’età di 92 anni a Quito (Equador), dove ha insegnato negli ultimi ultimi otto anni della sua vita all’Instituto de Altos Estudios Nacionales. Come giovane professore all’università di Leuven in Belgio ha cooperato con Camilo Torres, uno dei fondatori della teologia della liberazione (assassinato nel 1966); aveva partecipato come esperto, dal ’62 al ’65, al Concilio Vaticano II.

Intelletuali e politici di tutto il mondo sono stati fra i suoi allievi e insieme ad alcuni di loro ha fondato il Centre Tricontinental a Leuven, ancora oggi il principale centro di ricerca sulla cooperazione. È stato co-fondatore del Forum sociale mondiale e, con Samir Amin, del Forum mondiale delle alternative. Houtart ha anche lavorato molti anni in Asia, soprattutto in Vietnam, in Africa e in America Latina, consigliere di molte personalità della sinistra.

Personalmente ho avuto l’onore di cooperare con François dal 2008 sui grandi temi delle crisi mondiali e sullo sviluppo del concetto del «Bene comune dell’umanità», che ha animato in tutto il mondo progetti di resistenza contro la distruzione e mercificazione delle condizioni di vita dei popoli. A partire dall’analisi delle attuali crisi multiple, François ha offerto una preziosa analisi su quattro grandi assi: relazione con la natura; produzione delle necessità di vita; democratizzazione delle relazioni sociali; multiculturalismo nello sviluppo del bene comune. In definitiva un cambio di paradigma del capitalismo in prospettiva di un nuovo tipo di sviluppo post-capitalista.

Il testo iniziale sui beni comuni è stato discusso in affollatissime conferenze internazionali promosse dalla Fondazione Rosa-Luxemburg e, in Italia, dal Movimento per l’acqua e dalla Scuola Altramente. Più recentemente il dibattito si è sviluppato soprattutto in America Latina. Ricordo in particolare la conferenza internazionale all’Havana, nel 2014: l’iniziativa si teneva nella sala più grande del Centro dei congressi.

La sala era sovraffollata di giovani che, seduti a terra, hanno seguito in silenzio per più di due ore le parole di François. Così come al suo ultimo seminario, a Quito, nel marzo scorso : «Un paradigma de la vida, frente a la destruccion de la Madre Tierra y de la humanidad».

*Rete internazionale Beni comuni dell’umanità