Alain Barrière, sguardo fascinoso e penetrante, voce suadente- morto a Carniac, in Bretagna a 84 anni – ha legato il suo nome agli anni ’60. Dopo una breve gavetta, il successo arriva quasi immediatamente grazie a un singolo E più ti amo, lato B di Era troppo carina con cui aveva partecipato all’Eurofestival del 1963, e che arrivò a vendere milioni di copie in tutto il vecchio continente. Italia compresa, tanto che la Rca italiana gli affiancò Paoli per l’adattamento delle canzoni in italiano. Nella primavera del 1964 Barrière lanciò il brano Vivrò, versione originale di Ma vie, che Paoli tradusse con Bardotti. Già selezionato per il Festival di Sanremo del 1965, le divergenze tra l’organizzazione della kermesse e la Rca portarono al ritiro dalla manifestazione canora di tutti i cantanti dell’etichetta, tra cui Louiselle, Paul Anka e Dalida. Altri  in italiano verranno incisi e pubblicati negli anni successivi, ma non raggiungeranno più le posizioni alte delle classifiche, pur interpretati e arrangiati con classe ed eleganza. Nel 1970 decide così di creare una propria etichetta discografica, Albatros, ma le reazioni del pubblico resteranno tiepide con la sola eccezione di un fortunato duetto (1975) con Noëlle Cordier Tu t’en vas, numero uno in tutta Europa con vendite record in Francia: più di un milione di copie del 45 giri e circa 200 mila album. Tanti i problemi con il fisco, legati soprattutto a investimenti sbagliati come l’acquisto di un castello in Bretagna trasformato in ristorante e in una sala concerti, che si riveleranno disastri finanziari. Trasferitosi a Los Angeles nel 1977 – dove registra due album di scarso interesse – e poi in Quebec, Barrière tornerà in Francia sulla cresta dell’onda agli inizi del nuovo millennio, con un’autobiografia (My Life), concerti sold out e alcune date trionfali all’Olympia. Minato da problemi di salute, si era ritirato dalle scene otto anni fa.