Simona Sinopoli. Donna, avvocato, Presidente di Arci Roma. Sempre pronta a combattere per i diritti di tutti con la stessa tenacia e coraggio – propri del suo carattere – con cui ha combattuto fino all’ultimo giorno il male che l’ha portata via. Uno dei suoi primi atti dopo la sua elezione fu quello di portare il gruppo dirigente di Arci Roma nei circoli. Non chiuso nelle stanze, ma aperto e inclusivo. Come il colore che scelse per le pareti della sede dando così luce e spazio ai luoghi in cui tutti i giorni cerchiamo di costruire un mondo diverso e nel contempo rinnovando la determinazione per affrontare le battaglie che ci ostiniamo a combattere. L’avevamo conosciuta tanti anni fa per il suo impegno a favore degli stranieri e dei più deboli, l’avvocata degli ultimi, dei diseredati.

Un impegno che non ha mai abbandonato come presidente dell’Arci di Roma, come dirigente dell’Arci nazionale e da ultimo come giudice onorario. Chiudiamo gli occhi e la vediamo, con il suo sorriso spavaldo ed irriverente, con lo sguardo caparbio e intenso, con il colore che portava in ogni luogo che attraversava. Sentiamo la sua risata, che riempiva i luoghi e che metteva tutti coloro che erano presenti a loro agio. Pensiamo a lei con gratitudine . Per averci regalato una nuova Associazione fresca e frizzante come solo lei sapeva essere. Il suo sguardo andava lontano e grazie a quello sguardo abbiamo iniziato a costruire cose che poco prima non riuscivamo nemmeno ad immaginare. Un nuovo modo di stare in questa città, un nuovo modo di agire, piccoli semi piantati qualche anno fa che anche ora fioriscono e rifioriscono.

Se ne è andata, ma ci ha lasciato un grande dono: la consapevolezza che con il nostro agire possiamo incidere sulla società, costruire diritti per tutte e tutti e che i valori di cui siamo portatori sono la medicina per debellare il male dell’individualismo, dell’ingiustizia e del razzismo. Ha continuato a essere al nostro fianco e nel nostro direttivo – nonostante la lunga e dolorosa malattia – perché credeva davvero nel progetto di una città migliore in cui ci fosse spazio per tutte e tutti, in cui non solo i bisogni venissero soddisfatti rispondendo al principio di giustizia ma che soprattutto i desideri venissero coltivati, per vivere e non per sopravvivere.

Quando verrà il tempo giusto per farlo sarà una festa a ricordare Simona, perché la sua gioia possa continuare a contaminarci, ad accenderci e a farci ridere. Questo nostro GRAZIE con le lacrime agli occhi e il sorriso sulle labbra è quello di tante persone in cui Simona ha acceso quella scintilla che speriamo di poter portare avanti insiema al suo ricordo.

Un improvviso silenzio ora senza te. Un silenzio che ha invaso le mura del nostro Comitato. Tu che eri un vulcano, una leonessa, ora un vortice tra le stelle. Senza indugi e tatticismi, porteremo avanti la Rivoluzione come la volevi tu. Mancherai tanto. Ciao Presidente, veglia su di noi. L’affetto e la vicinanza dell’Arci tutta vanno al piccolo Jacopo, al marito Massimo, al fratello Francesco e a tutti i familiari.