È morto, all’età di 76 anni, il geofisico Enzo Boschi, che per dodici anni fu alla guida dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Grande sismologo, inventore della «mappa di pericolosità sismica», fu coinvolto e poi assolto nel «processo ai geologi» dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 (era stato accusato, insieme agli altri, di aver sottovalutato lo sciame verificatosi nei giorni precedenti). Nato nel 1942 ad Arezzo, si laureò in fisica a Bologna, per poi proseguire gli studi in Gran Bretagna, in Francia e negli Stati Uniti. Rientrato in Italia, nel 1975 ebbe la cattedra di Sismologia nell’università di Bologna e nel 1982 è entrato a far parte dell’Accademia dei Lincei. Da questo periodo ha cominciato ad avere un ruolo importante nelle istituzioni scientifiche italiane: nel 1983 è diventato membro della Commissione Grandi Rischi e nel 1989 è entrato a far parte del Consiglio nazionale geofisico (Conag), controllato dal ministero per l’Università e la ricerca scientifica e tecnologica.