Lo scorso settembre la chiusura era toccata al Fiamma, la storica sala romana di Via Bissolati parte di Circuito Cinema che aveva «debuttato» nel secondo dopoguerra. Tra poco più di un mese invece sarà la volta del Maestoso, il multisala di Via Appia nuova anch’esso parte di Circuito Cinema e che già nel 2012 era stato occupato dai lavoratori per scongiurarne la chiusura.
A sei anni di distanza, mentre i dati Cinetel indicano una flessione degli ingressi in sala dell’8% rispetto al già disastroso 2017 – Circuito cinema ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori dell’azienda, in sciopero per il rinnovo del contratto lo scorso 21, 22 e 24 aprile, che «il 3 giugno il Cinema Maestoso terminerà l’attività, i locali verranno riconsegnati alla proprietà il 6 giugno e che verrà avviata la procedura prevista per licenziamenti collettivi per 9 unità».

Lo si legge in un comunicato diramato ieri da CUB Informazione, che attacca duramente Circuito Cinema e l’amministratore delegato Andrea Occhipinti, e dove si annuncia che il sindacato «si attiverà in ogni legittimo modo per evitare inqualificabili attacchi al costituzionale diritto di sciopero e per scongiurare chiusura e licenziamenti».
«Sono state decine le strutture chiuse negli ultimi anni che hanno determinato un impoverimento dell’offerta culturale nella nostra città», recita invece un comunicato congiunto di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil. «Con la chiusura del Maestoso, sala cinematografica unica dal punto di vista architettonico, con vincoli urbanistici, nell’intero quadrante sud-est verrebbe a mancare un importante punto di aggregazione socio-culturale per centinaia di migliaia di cittadini».