È una delle scene più iconiche della resistenza indigena contro gli invasori bianchi: è il 1989 e, durante il primo incontro dei popoli indigeni dello Xingu ad Altamira, in Parà, una giovanissima donna kayapó avvicina la lama del suo machete al volto preoccupato dell’ingegnere José Antônio Muniz Lopes, allora presidente dell’impresa Eletronorte, incaricata della costruzione di quella che oggi è nota come centrale idroelettrica di Belo Monte, e che allora si chiamava Kararaô. «Sei nato in città – gli dice – e poi sei venuto qui ad attaccare la nostra foresta e i nostri fiumi. Non lo farai. L’elettricità non...