Pierre Mauroy è deceduto all’età di 84 anni. Era una figura ormai storica del partito socialista, primo ministro dall’81 all’84, cioè nei primi tre governi dell’unione della sinistra dopo l’elezione di François Mitterrand all’Eliseo. Durante i governi Mauroy è stata abolita la pena di morte, l’orario di lavoro è stato ridotto a 39 ore ed è stata introdotta la quinta settimana di ferie, la pensione anticipata a 60 anni, “per dare agli operai il diritto di godersela”, aveva spiegato Mauroy. Con Mauroy primo ministro era anche stata avviata la decentralizzazione amministrativa, era stata introdotta la patrimoniale per i più ricchi. Il socialista Mauroy ha incarnato i primi due anni dell’era Mitterrand, quelli delle riforme a favore delle classi meno abbienti, ma anche la svolta del rigore, accettata nell’83 per mantenere la Francia ancorata all’Europa (allora incarnata dal Sistema monetario europeo). A gestire il rigore sarà poi il suo successore, Laurent Fabius, oggi ministro degli esteri, che ha annunciato la morte di Mauroy da Tokyo, dove è in viaggio ufficiale con François Hollande.

Mauroy, che nel ’45 si era iscritto alle Gioventù socialiste e nel ’46 era entrato nella Sfio (Sezione francese dell’Internazionale operaia) nel ’66 ne era diventato segretario generale. Nell’88 sarà segretario del Partito socialista, che aveva contribuito a fondare sulle macerie della Sfio, assieme a Mitterrand, a cui era stato molto vicino. Uomo del Nord, legato alla storia dei minatori della sua regione, è stato per 28 anni sindaco di Lille (fino al 2001). Nel settembre del 2011 aveva abbandonato la sua ultima carica, quella di senatore, con un discorso che aveva commosso l’aula del Palais du Luxembourg, difendendo ancora la pensione a 60 anni come un diritto per chi ha lavorato duro. Martine Aubry, che è succeduta a Mauroy nella carica di sindaco di Lille, ha reso un omaggio molto commosso all’ex primo ministro, che ha definito “un gigante”. Gli omaggi della classe politica sono stati unanimi, a sinistra e a destra. Per Fabius, Mauroy è stato “un pilastro del socialismo democratico”. Hollande, dal Giappone, ha ricordato che Mauroy “ha servito la Francia in momenti eccezionali, ha preso misure coraggiose”. Hollande ha sottolineato che l’ex primo ministro “era socialista e voleva che la giustizia sociale potesse ispirare tutti i suoi atti”. Anche l’Ump gli ha reso omaggio. Mauroy è stato un politico con un grande “senso dell’interesse nazionale” secondo la destra, un “grande servitore dello stato” per l’ex primo ministro neo-gollista Alain Juppé.

Mauroy affermava di rifiutare la “demagogia virulenta, il verbalismo gauchista, il terrorismo del dogma” e aveva cercato di conciliare la sua adesione a un socialismo dal volto umano con la tradizione cattolica che gli aveva trasmesso la madre. Era figlio di un insegnante ed era stato anch’egli professore nelle scuole prima di intraprendere la lunga carriera politica. Nel 2011 era uscito distrutto da una condanna a 20mila euro di multa per un “impiego fittizio” al comune di Lille. L’ultimo addio sarà agli Invalides.