Secondo lutto in due giorni per il giornalismo di sinistra. Si è spento ieri a Roma all’età di 74 anni a causa di una complicazione polmonare in un quando clinico complesso Peppino Caldarola, direttore de l’Unità, dirigente del Pci e poi deputato in due legislature.
Nato a Bari lì divenne segretario cittadino del partito per poi arrivare a Roma lavorando a Rinascita, dove divenne vicedirettore.

A l’Unità è stato molto amato dai redattori, diventando direttore dopo la discesa in politica di Veltroni dal 1996 al 1998 e dal 1999 al 2000, quando tornò dopo la funesta direzione di Mino Fuccillo e vi rimase fino alla prima chiusura dell’ex organo del Pci.
Divenne poi prima editorialista al Riformista diretto da Antonio Polito. A lungo vicino a Massimo D’Alema era stato anche direttore della rivista Italiani Europei.

Rispettato e ammirato da tutti per la sua generosità, negli ultimi anni era stato uno strenuo oppositore del renzismo e aveva collaborato alla nascita di Leu per poi criticarne la deriva «senz’anima».

«La politica di oggi è fatta da energumeni. Bisogna scrivere usando il loro stesso linguaggio. Non sono capace». «Chi dovesse leggere in queste mie parole non le dimissioni dalla scrittura ma dall’essere un militante di sinistra che farà il suo dovere sempre, sbaglierebbe». Spiegò così nel novembre 2018 sul sito Lettera43 e sul blog Strisciarossa con cui collaborava il perché del suo addio alle note politiche sempre graffianti con cui commentava i sommovimenti del mondo che aveva frequentato fin da ragazzo.

Nel 2019 nel libro «Come mi sono perso il fratello greco cercando la sinistra» aveva ripercorso la sua vita, raccontando la famiglia e la sinistra, senza rimpianti e amarcord.

Tante le storie personali come quella, condivisa con una sorella, di cercare un fratello greco, figlio della guerra di invasione delle truppe italiane nel paese così simile alla sua terra d’origine, la Puglia. Il fratello greco è nei racconti segreti della famiglia ed è la ragione di un viaggio ad Atene dopo che le carte militari hanno rivelato pagine inedite della vita di un giovane padre, invasore innamorato.

«È una grande perdita. È stato direttore dell’Unità in anni difficili, punto di riferimento per intere generazioni, spirito critico e osservatore acuto. Mi mancherà», ha scritto su Twitter Nicola Zingaretti. «Un enorme dolore», aggiunge il ministro delle Politiche Ue Enzo Amendola. «Un uomo colto intelligente e arguto. Ci mancherà moltissimo».

Per Peppe Provenzano, ministro per il Sud, «bisognerà parlare di lui, della sua militanza, della sua intelligenza. Oggi però mancano le parole. Gli volevo bene». «Lascia un grande vuoto. Mi mancherà la sua intelligenza critica», è il commento sempre sui social di Roberto Speranza, ministro della Salute. «Ciao Peppino», così su Twitter Walter Veltroni ha salutato Caldarola.