Con il fratello Dino aveva forse in comune, oltre alla laurea in medicina, la percezione delle assurdità del vivere quotidiano, espressa nel suo intenso mondo poetico.

Nelo Risi poeta, è scomparso a Roma all’età di novantacinque anni e per quanto la sua presenza nel mondo del cinema sia stata meno intensa della sua produzione letteraria (premio Dino Campana nel 2006), è bastato un solo film per dargli spessore di autore e attenzione stupefatta: Il diario di una schizofrenica nel ’68 ha rappresentato un mondo a parte nella produzione contemporanea, per profondità e sensibilità, cronaca della terapia e guarigione di una adolescente.

Ma la sua attività era iniziata in Francia già alla fine degli anni quaranta e proseguita con una serie di corti e mediometraggi sulla fine della guerra, il delitto Matteotti, Enrico Fermi, i fratelli Rosselli, problematiche del sud, la Firenze di Pratolini. La sua produzione poetica corre parallela a queste produzioni (L’esperienza, ’48; Polso teso, ’56, n. ed. 1973; Pensieri elementari, ’61; Dentro la sostanza, ’65; Di certe cose che dette in versi suonano meglio che in prosa, ’70). Nel cinema esordisce con Le ragazze madri, episodio del film collettivo Le italiane e l’amore, si fa notare con Andremo in città (del ’66 con Geraldine Chaplin).

L’indagine psicologica è alla base anche dei film successivi Ondata di calore (’70), Una stagione all’inferno (’71) sulla vita di Rimbaud, La colonna infame (’73), E mentre si allontana dal cinema realizzando film televisivi (tra cui L’idillio l’infinito di Giacomo Leopardi (’78), per tornarvi con Un amore di donna(’88) pubblica altre numerose raccolte di versi fino a Né il giorno né l’ora (2008).