Si è spento nella notte di sabato Massimo Sani, regista, sceneggiatore e giornalista. Aveva 89 anni e una inesauribile voglia di vivere.

Lo abbiamo ricordato così, nella camera ardente allestita ieri alla Casa del Cinema, nel grande parco di Villa Borghese, rinfrescato da un corroborante temporale estivo.

Un uomo libero, colto, intelligente e sensibile. Anche un po’ folle.

Un uomo per il quale niente era mai impossibile, si trattasse di girare preziosi documentari storici in luoghi impervi, dopo accuratissime ricerche d’archivio e con testimoni d’eccezione, oppure di guidare, seppure a fatica, la sua enorme utilitaria per le vie intasate della città.

Un uomo allegro, autenticamente interessato agli altri, tenace e volenteroso nonostante gli acciacchi e i contraccolpi senili, disposto a combattere fino alla fine le sue battaglie.

Sotto i nostri occhi sfilano ancora le immagini dei suoi documentari e film più belli: i volti dei prigionieri rilasciati dai campi di prigionia sparsi in tutto il mondo dopo la fine del secondo conflitto mondiale; le strade piovose che portano a Caporetto, ripercorse insieme ai partecipanti del recente, grande convegno che proprio in quei luoghi ha riportato gli storici a riflettere su quella pagina drammatica della nostra storia; le espressioni dei grandi interpreti della cinematografia italiana di qualche decennio fa che, nei panni dei potenti della terra, decisero a Yalta le sorti del mondo.

Immagini d’artista, mai banali o scontate, frutto di una ricostruzione storica rigorosamente filologica, di un impegno politico che permeava il suo linguaggio cinematografico a partire dalle scelte, coraggiose e spesso controcorrente, delle storie da raccontare e di una sapienzia autoriale che è stata un modello per tanti giovani cineasti.

Sono stati i suoi figli, Nicola, Valentino e Benedetto, ad accompagnarci in questo bellissimo incontro, per molti un re-incontro, con le scene girate da Massimo Sani nella sua lunga carriera alla Rai: in sottofondo, il suono caldo della sua voce; la precisione lessicale di parole mai retoriche, di musiche originali piene di emozioni; la cura dei suoni, dei particolari più piccoli ma mai insignificanti, che rendono questi film straordinariamente attuali e degni di essere visti o rivisti. Che li rendono qualcosa di inestimabilmente prezioso, per la loro capacità narrativa ed evocativa, per l’empatia che suscitano nello spettatore, arricchendone la dimensione di testimonianza, l’irrinunciabile funzione di trasmissione della memoria.

Nel ricordo, siamo vicini ad Antonia e alla sua famiglia in questo triste momento.

Ci mancheranno il suo sostegno e i suoi stimoli al movimento per la scuola della  Repubblica. Ci mancheranno la sua presenza lieve, la sua affettuosa allegria e il suo indomito entusiasmo.

Anna A., Anna G., Annita, Assunta, Bruno, Corrado, Cosimo, Giorgio, Luca, Maddalena, Marcello, Marco, Marina, Matteo, Tonino e Valerio