È scomparsa l’8 aprile scorso all’età di 89 anni Fabrizia Baduel Glorioso, figura di rilievo del sindacalismo e dell’europeismo italiano. Era nota come «Madame Europe», non stupisce che il maggiore rimpianto venga da Bruxelles più che dall’Italia.

Nata a Perugia nel 1927, è stata la prima donna in tutta Europa a presiedere una delle Commissioni europee, dal 1978 al 1980 fu presidente della Commissione economica e sociale delle Comunità europee, come allora si chiamava. I Salariés, uno dei gruppi che ne facevano parte, hanno rivendicato con orgoglio di essere stati i primi a scegliere lei, una donna, come loro presidente.

Il sindacato, la Confederazione Sociale dei lavoratori, era stato da sempre il suo mondo. Era entrata nella Cisl fin dal 1952, ancora prima della laurea in legge del 1953. Prima nell’Ufficio Studi, di cui ha diretto la sezione internazionale dal 1953 al 1965, poi come responsabile dell’Ufficio per le Relazioni Internazionali. E lavoro ed Europa sono stati la passione politica al centro della sua vita.

È stata membro esecutivo della Confederazione internazionale dei Sindacati Liberi (Cisl/Icftu), del Comitato di direzione della Conferenza mondiale dell’occupazione organizzata dall’Organizzazione internazionale del Lavoro (Oil). Fabrizia Baduel Glorioso ha fatto parte di numerosi comitati della Cee, delle conferenze annuali organizzate dall’Oil dal 1959 al 1978. Ha partecipato attivamente alla creazione della Confederazione europea dei sindacati (Ces/Etuc) e all’entrata della Cgil in questa organizzazione.

A differenza del fratello Ugo, giornalista dell’Unità, non si iscrisse mai al Pci, ma dopo la scadenza del suo incarico sindacale fu eletta come indipendente nelle liste del Pci al Parlamento Europeo nel 1979, dove rimase fino alla fine del mandato nel 1984.

La sua convinzione europea è rimasta solida fino all’ultimo. E all’Europa è stato dedicato il suo ultimo atto pubblico: nel 2003 ha donato le sue carte all’Archivio dell’Unione Europea, che ha sede a Firenze.