Il mondo del fumetto giapponese ha perso uno dei suoi protagonisti più importanti, all’età di 54 anni infatti se n’è andato, stroncato da una dissezione aortica Kentaro Miura, creatore del manga Berserk. Come spesso accade nel mondo delle arti e dello spettacolo giapponese, la notizia della morte dell’artista è stata resa nota solo nella giornata di ieri, il decesso risale però allo scorso 6 maggio, con il funerale che è già stato svolto in forma privata dalla famiglia. Di solito si capisce la portata che un autore e la sua opera hanno avuto in una certa comunità di lettori o di spettatori, dallo spazio che le televisioni generaliste riservano alla tragedia. Abbastanza inaspettatamente quindi, forse sarà stata anche la relativa giovane età, la morte di Miura ha trovato un certo spazio nella programmazione televisiva, ed immaginiamo anche in quella della carta stampata di oggi, dell’arcipelago.
Berserk, il lavoro di una vita per Miura, infatti il manga serializzato dal 1989 è ancora in corso, ha saputo toccare in profondità molte generazioni di lettori, sia in patria che nel resto del mondo. I commossi commenti che si sono riversati a valanga sui social network, di appassionati ma anche di professionisti del settore, ci fanno capire come la saga dell’eroe nichilista uscito dall’immaginazione dell’artista giapponese, al di là dell’incredibile successo di vendite, più di 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo, ha rappresentato e continua a rappresentare qualcosa di unico che tocca le corde più intime di ogni lettore.

MIURA COMINCIA fin da bambino a disegnare e a scrivere storie, ispirato negli anni successivi sia dal fantasy targato Disney, che dai primi capitoli della saga di Hellraiser, dalle pitture infernali di Hieronymus Bosch, nonché da quelle impossibili di M. C. Escher. Il debutto nel mondo del manga professionistico arriva nel 1985 con Futatabi, pubblicato sulla rivista Weekly Shonen Magazine della Kodansha, ma è tre anni dopo, a ventidue anni, che arriva la prima grande occasione, quando realizza Berserk Prototype, una storia autoconclusiva per Monthly ComiComi che l’anno successivo diventerà una saga vera e propria e verrà serializzata, con varie pause, fino ai nostri giorni. Il successo del manga, che non è naturalmente la sola opera realizzata da Miura ma che indubbiamente per qualità e quantità rimane il suo magnum opus, si deve tanto allo stile del disegno, ricercato, fitto e drammatico, quanto alla storia, cupa e crudele, ma con lampi di profondissima umanità.
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La narrazione si svolge in una sorta di medioevo alternativo e fantastico dove erra senza mai trovare pace Gatsu, il protagonista accompagnato dalla sua enorme spada. Gatsu è un personaggio maledetto, nato da una donna impiccata, dopo aver perso la madre adottiva a causa della peste, viene allevato da un padre violento che un giorno però finisce per uccidere. In un mondo apparentemente senza vie d’uscita trova però le motivazioni per andare avanti, non solo nella vendetta, ma anche in un senso per la vita che va gustata nelle piccole cose giorno dopo giorno che ricorda, sia graficamente che per il connubio vita-morte, alcune incisioni medievali.
Con l’improvvisa scomparsa di Miura non si sa cosa ne sarà del manga, che come abbiamo detto è ancora in corso, probabilmente finirà in sospeso senza una vera e propria fine, errante e senza meta come Gatsu. O forse chissà, sarà portato a termine dai suoi collaboratori, che vale la pena ricordare, Miura aveva assunto in pianta stabile garantendo loro stipendi fissi, una rarità nel mondo del manga contemporaneo, dove spesso collaboratori sono usati e pagati a progetto.

matteo.boscarol@gmail.com