Clara Valenziano se ne è andata. Molti dei giovani redattori e lettori non la conoscono ma ha lavorato al «manifesto» proprio agli inizi della nostra avventura, aiutando i tanti novizi che allora popolavano la redazione a scrivere come va fatto su un giornale. Ci guidava Luigi Pintor e in redazione c’erano, tra gli altri, Rossana Rossanda, Lucio Magri, Luciana Castellina, Valentino Parlato, Aldo Natoli.

I giovani redattori – che qualche volta erano anche i militanti-inviati sulla notizia (le occupazioni di case a San Basilio e la repressione della polizia del ministro Taviani, lo sciopero del cub dei ferrovieri, la protesta studentesca p. s.) – trovavano sempre in lei una straordinaria interlocutrice per la grammatica, per l’impostazione del pezzo e anche per il titolo.

La sua professione originaria non era il giornalismo. Era stata professoressa di lettere e nel 1949 era persino andata ad insegnare nella scuola media italiana di Tripoli dove aveva incontrato, ancora liceale, proprio Valentino Parlato. Si sposarono al rientro in Italia, dove Valentino era approdato nel ‘51 perché cacciato, in quanto comunista, da re Idris che ancora regnava in Libia.

Clara aveva una invidiabile specificità: era anche archeologa e per qualche anno lavorò alla sovraintendenza dei Fori romani: visitare il Palatino guidati da lei è stata una vera scoperta che alcuni di noi hanno avuto il privilegio di fare.

Clara era una donna vitale e curiosa, sempre desiderosa di nuove esperienze. Quando, nel ’76, nacque «la Repubblica» andò a lavorare lì, prima come cronista, poi come inviata all’estero, seguendo fra l’altro la guerra delle Malvinas e le vicende tempestose dell’America centrale. Le capitò persino di trovarsi a bordo di un aereo, a Madrid, scontratosi con un altro gigantesco velivolo sulla pista dell’aeroporto, un incidente con tanti morti, lei si salvò perché ebbe il coraggio di saltare giù prima che l’incendio la raggiungesse.

Negli ultimi tempi a «Repubblica» tornò, ma come giornalista, ad occuparsi di archeologia e scrisse sulla pagina culturale di quel giornale bellissimi reportage su antichi e poco conosciuti siti.

Clara aveva quasi 90 anni, e non stanca di scoperte, negli ultimi tempi passava molti mesi nel Peloponneso.

Ai figli Enrico e Matteo, e a Valentino che, sebbene avessero divorziato, aveva mantenuto con Clara un affettuoso rapporto di amicizia, le condoglianze di tutto il collettivo del manifesto.

Il funerale si terrà mercoledì 26 novembre alle ore 11 al cimitero degli Inglesi di Roma.