«Ad Haiti formiamo volontari affinché diventino dei moltiplicatori di coscienza», dice al manifesto il brasiliano Joao Simao Neto, membro dell’associazione internazionale Popoli in Arte. Un’esperienza fondata da Maria Paola Rottino nel segno della pedagogia libertaria del brasiliano Paulo Freire. Abbiamo incontrato entrambi poco tempo fa a Sanremo, dove Rottino insegna e dove svolge con passione la sua attività di volontariato laico. «L’educazione popolare non si può fare da soli, bisogna seminarla nel proprio territorio – dice Maria Paola – e con questo spirito è nata la nostra associazione, nel 2007: per promuovere lo scambio paritario tra popoli e per attivare la partecipazione democratica dal basso nelle diverse comunità in cui ciascuno vive».

L’idea nasce da un viaggio come cooperante compiuto da Rottino in Brasile: «Un’esperienza – dice l’insegnante – in cui mi sono resa conto che la maggior parte dei progetti delle Ong non funziona nel modo in cui spiegavo prima, anzi. Poi ho conosciuto Joao Simao, che teneva dei corsi sul pensiero di genere e contro la violenza sulle donne nei quartieri popolari: un’esperienza unica e molto partecipata nel Centro nordestino Senap». Un’esperienza «di autopromozione sociale e politica, il cui spirito abbiamo cercato di riproporre ad Haiti», spiega a sua volta Simao. Figlio di uno storico dirigente comunista, Simao ha messo a profitto i suoi contatti con i Sem Terra brasiliani che promuovono Brigate di solidarietà ad Haiti. «Da anni – racconta – agronomi brasiliani, medici cubani che hanno una lunga storia di impegno rivoluzionario e altri militanti della solidarietà più giovani si recano ad Haiti attraverso l’organizzazione internazionale Via Campesina di cui i Sem Terra fanno parte. Aiutiamo i collettivi di contadini, i comitati territoriali ad acquisire cultura e conoscenza per sviluppare iniziative produttive autonome».

Inizialmente, per il principale progetto di formazione, Popoli in Arte si è appoggiata ad alcune organizzazioni ecclesiastiche di base che condividono la pedagogia di Paulo Freire. Rottino racconta l’esperienza in un libro, Nous sommes l’histoire: experience d’education populaire en Haiti, che spiega dall’interno obiettivi e intoppi incontrati «quando si ha molta buona volontà, lo spirito giusto, ma pochi mezzi». Da quell’esperienza – spiega Maria Paola – «sono stati formate 12 persone, anche a distanza e con lezioni online per evitare di spendere per il viaggio soldi che devono servire in loco. I 12 saranno a loro volta formatori e moltiplicheranno l’esperienza. Quest’anno abbiamo scelto di impiegare i nostri pochi mezzi per garantire la benzina per gli spostamenti. Qualche volta, grandi organizzazioni mettono a disposizione un fuoristrada, ma poi non ci sono i soldi per pagare la benzina. Noi condividiamo lo spirito della Brigata dei Sem Terra, che si sposta fin nei luoghi più reconditi: a dorso di mulo o a piedi».

Per questo, «il prossimo passo sarà di prendere contatto con altre realtà territoriali perché non pretendiamo di reinventare l’aratro, ma di mettere le nostre conoscenze al servizio di una rete che unisca: intorno agli stessi principi solidali che guidano la pedagogia dal basso». Un’iniziativa politica, perché «la cultura e la formazione spingono a riflettere, a mettersi insieme e ad agire per i propri interessi. Dopo tutti i fallimenti politici, i giovani sono sfiduciati, non credono più alle parole del potere, hanno intorno una realtà di corruzione e privilegi, le Ong vivono nel lusso mentre loro subiscono la miseria. Recentemente mi hanno detto che il presidente Martelly ha promesso soldi per la scuola pubblica, ma era solo propaganda».