«Quelli che arrivano dalla Sardegna non sono purtroppo risultai incoraggianti». Il commento di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, riassume il senso di un voto che nell’isola, alle comunali di domenica che hanno coinvolto complessivamente ventotto comuni, non è andato bene.

Cagliari, dopo otto anni di governo del centrosinistra, è stata conquistata da un candidato di centrodestra espresso dal partito di Giorgia Meloni. Ma anche nelle altre due città importanti in cui si votava, Sassari e Alghero, i risultati sono deludenti.

È VERO CHE A SASSARI il magistrato Mariano Brianda, leader indipendente di una vasta alleanza progressista, è il più votato con il 34,1%. Ma è anche vero che al secondo posto c’è Nanni Campus, un medico che alla testa di una lista civica di centrodestra ha raggiunto il 30,5%. Quindi, ballottaggio. Che non sarà una passeggiata. Campus è stato sindaco di Sassari dal 2000 al 2005, quando aveva in tasca la tessera di Alleanza nazionale. Per queste comunali ha messo insieme una sua lista in polemica aperta con le forze diciamo storiche dello schieramento conservatore sassarese, Forza Italia in primo luogo, che contro Campus ha giocato la carta del berlusconiano Mariolino Andria, uscito però dalle urne con un modesto 16,3%. Tra Campus e Andria non corre buon sangue.

MA DI FRONTE AL BALLOTTAGGIO le due liste di centrodestra, che insieme hanno raccolto il 46,8% dei voti, potrebbero trovare un accordo. In quel caso per Brianda e per il centrosinistra, che partono dal 34,1%, la corsa sarebbe in salita. E diventerebbe determinante l’orientamento di quel 14,4% di elettori che domenica hanno votato per il candidato del Movimento Cinquestelle, Maurilio Murru. Ma potrebbe pesare anche il 2,8 % raccolto dalla lista della sinistra indipendentista «E’ viva Sassari» e dalla sua candidata Marilena Budroni.

Le cose sono andate molto peggio ad Alghero, dove il sindaco uscente di centrosinistra, Mario Bruno, fermo al 31,9%, è stato sonoramente battuto dal candidato del centrodestra, il sardista Mario Conoci, che ha raggiunto il 53,1%. Bruno era sostenuto dal Pd e dalle liste civiche Sinistra in Comune e Per Alghero. Conoci era appoggiato da Lega, Partito sardo d’azione, Forza Italia, Fratelli d’Italia e altre liste minori, partiti che già si erano dimostrati vincenti in città alle regionali del febbraio scorso, quando la coalizione di centrodestra aveva superato il 54%.

«È una sconfitta inequivocabile, ma ora ripartiamo, da un centrosinistra unito e da una capacità di proposta che cercheremo di mettere in campo – commenta Bruno dopo la sconfitta – Abbiamo combattuto controvento ma soprattutto il risultato deve fare riflettere sulla nostra incapacità di comunicare le buone scelte compiute». Bruno cita le tante «opere pubbliche finanziate, una città più pulita e decorosa, una macchina amministrativa efficiente». E rivendica «il lavoro fatto per rendere Alghero una città solidale e inclusiva, meno chiusa».

QUI I GRILLINI SI SONO FERMATI al 14,97%. Percentuale bassa, come d’altra parte nel resto dell’isola. Si conferma così una tendenza negativa che non pare arrestarsi. Anzi, si aggrava. Sia a Sassari sia ad Alghero i Cinquestelle sono scesi di molto rispetto al risultato sardo delle europee, quando avevano raggiunto il 25,7 %. Risultato ancora più indicativo se si pensa che il partito di Luigi di Maio alle politiche del marzo del 2018 avevano preso nell’isola il 42,4%, la percentuale più alta d’Italia. In poco più di un anno, dalle politiche alle comunali di domenica, un’impressionante emorragia di voti, valutabile intorno al 27%.