La VI sessione del Congresso Mondiale della ricerca scientifica si terrà il 24 e 25 febbraio ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, nella sede dell’Unione Africana. Basterebbe questo a consegnare all’Africa, ne «l’anno del Ritorno», del secondo Nobel per la Pace consecutivo, della nascita della Zona Economica continentale e della moneta Eco, che sostituirà il Franco Cfa, le chiavi dello sviluppo globale.

Il Congresso, frutto del lavoro dell’Associazione Luca Coscioni e di Science for Democracy, con il sostegno dell’Unione Africana, affronterà quello che nelle prossime settimane diventerà un nuovo comandamento dei diritti umani: il diritto alla scienza e il suo corollario di applicazioni. «Riguarda anche il rapporto tra la scienza e il potere autoritario» ha spiegato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni: «Il caso coronavirus» in questo senso è emblematico.

«Dall’esplosione dell’emergenza si sono rincorsi ritardi ed omissioni all’interno di un sistema, globale, che disincentiva la libera diffusione della conoscenza scientifica. Solo grazie ad un gruppo di attivisti online che avevano creato un archivio aperto con oltre 5.000 articoli scientifici è stato consentito di condividere la ricerca sul nuovo coronavirus». Un rapporto, quello tra scienza e democrazia, non nuovo e non scontato: «Da qui l’associazione Science For Democracy, per aiutare il metodo scientifico come metodo e forza delle democrazie liberali».

Libertà sessuali, libertà di ricerca scientifica, antiproibizionismo saranno questioni essenziali del Congresso di Addis: «I benefici derivanti da leggi basate su evidenze scientifiche, in particolare nel campo della riproduzione, devono essere patrimonio di tutti» ha detto Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni, nel corso della conferenza stampa di presentazione: «Quali saranno le conseguenze politiche di decisioni adottate in assenza di dialogo tra decisore e ricercatore?».

Nel Congresso si entrerà nel merito anche di alcune tecnologie moderne, su cui in Italia e in Europa è molto difficile fare ricerca sul campo, che in Africa suscitano l’attenzione non scontata della politica: Ogm e editing genomico, ad esempio, da applicare in campo agricolo. Che non significa forzare la mano: «Quando parliamo di “libertà di ricerca scientifica”» ha chiarito Cappato «distinguiamo tra il diritto alla ricerca e l’applicazione della stessa. I limiti dell’applicazione devono essere fondati sui limiti di ciascuna tecnologia e di ciascun prodotto. Rispetto agli ogm tradizionali, che prevedono l’inserimento di un genoma esterno o alterato in maniera invastiva, il genome editing è la modificazione puntuale anche di una sola caratteristica della pianta, senza alterarne il corredo genetico». Una tecnologia che in Europa è impossibile da applicare, e quindi testare, visto che manca completamente il quadro legislativo in materia.

«Le proibizioni bloccano la ricerca» ha detto Marco Perduca, coordinatore di Science for Democracy. «Quello delle biotecnologie verdi è stato quasi richiesto come principale tra i temi da trattare perché in Africa le colture sono a rischio» e la tecnologia, la scienza e la condivisione di informazioni scientifiche sono ad oggi una speranza importante per le nazioni in via di sviluppo. Al Congresso di Addis parteciperanno scienziati di punta nel campo della ricerca sul Parkinson e sulla cecità, parlamentari di diverse nazioni africane, commissari dell’Unione Africana:

«Non si parlerà di teoria o principi astratti ma del fatto che appena l’Onu  approverà il documento generale sul diritto alla scienza, cui abbiamo collaborato, significa che la scienza entrerà tra i diritti umani: nelle stesse sedi in cui si discute di come evitare che le persone siano torturate tra poche settimane si potrà e si dovrà discutere di come ogni paese tratta la scienza, la conoscenza scientifica e l’accesso dei cittadini ai benefici della scienza». Un’iniziativa importante sulla quale aleggiano due “spiriti” pesanti: quello di Luca Coscioni, che convocò il primo Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica, e quello di Marco Pannella, che sul diritto alla conoscenza ha portato avanti le sue ultime battaglie.