«La situazione è drammatica. Molte persone sono certamente sotto le macerie, non riusciamo a quantificarle», è la prima drammatica testimonianza di Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, il piccolo comune in provincia di Rieti, nel Lazio, incastrato al confine con tre regioni (Abruzzo, Marche e Umbria), epicentro del terremoto.

Si è scavato a mani nude per cercare quattro dispersi. I morti potrebbero essere 11, «ci sono anche due bambini piccoli», ha aggiunto il sindaco intervistato da Rainews24, sono stati schiacciati dalle macerie insieme ai genitori, la loro casa avrebbe retto alle scosse perché era strutturata per resistere al terremoto ma è stata travolta dal campanile, ristrutturato di recente, crollato sulla loro abitazione. «Ho girato per il paese e per le sue 17 frazioni, è tutto un crollo. Non c’è una casa che sia agibile. Non ce n’è una che sia agibile. A vista sono tutte inagibili. Dovremo allestire tendopoli per tutta la popolazione. Di notte nonostante sia agosto ci sono circa 10 gradi», «Sono stati interessati sia edifici moderni che di vecchia fattura, che si sono sbriciolati. Come il terremoto dell’Aquila. Quello che abbiamo visto all’Aquila s’è verificato qui. Purtroppo è così. Ora avremo bisogno di aiuti concreti», ha spiegato Petrucci. Ad Accumoli e ad Amatrice la Protezione civile si appresta a realizzare due prime tendopoli.