«U Pisci in realtà non fete da’ testa ma dal basso. Il nostro silenzio, la nostra ignavia sono complici della situazione. Non vi chiedo un voto ma di ribellarvi e partecipare, per il bene comune».

È passata la mezzanotte ma c’è ancora tempo per un incontro con le famiglie nel garage di un palazzo in uno dei tanti luoghi dimenticati dalle istituzioni nel corso della lunga notte della crisi di sovranità che ha fatto crollare ai minimi storici il livello di fiducia dei cittadini nei partiti. Siamo a Larderia nella periferia di Messina insieme al candidato sindaco Renato Accorinti. «Ho preso per 40 anni calci in faccia per difendere i beni comuni, i diritti degli ultimi e la nostra sovranità. Oggi la nostra vittoria riscatterà tutti quelli che hanno mantenuto la schiena dritta e non si sono piegati a convenienze e consorterie».

[do action=”quote” autore=”Renato Accorinti”]”Ho battuto la ferrari del Pdl con una bicicletta. Posso vincere e rivoluzionare la città più bloccata d’Italia”[/do]

Attivista storico dei movimenti ambientalisti e pacifisti, insegnante di educazione fisica, è l’uomo del momento qui a Messina. Con la sua lista «Cambiamo Messina dal Basso» forte del suo 23,8% è riuscito al primo turno a battere il Pdl e a presentarsi al ballottaggio di domani e lunedì per sfidare il candidato di Pd e Sel, il giovane avvocato Calabrò, fermatasi sul filo della vittoria al 49,84%.

Dopo il grande successo del primo turno pensi davvero di vincere?

Abbiamo sconfitto la ferrari della Pdl con una bicicletta, a dimostrazione che oggi si può cambiare e che la coerenza e l’impegno alla lunga pagano. Adesso completeremo l’opera vincendo. Vedi, sta accadendo una cosa straordinaria. C’è una quantità enorme di gente che in città non solo ci sostiene ma ci regala il suo affetto, la sua benevolenza. Messina è una delle città più bloccate d’Italia. Qui nessuno è stato mai capace di intaccare i poteri che governano questo territorio: mafia, ’ndrangheta, commercio internazionale di armi e droga. Il Pci al suo massimo ha ottenuto 4 consiglieri comunali. Oggi però il vento è cambiato. I giovani e in generale la maggior parte dei cittadini si stanno ribellando a questo stato di cose e tutti insieme scrivendo una pagina di storia non solo per la nostra città ma credo anche per il paese. Ognuno sta dando il suo, ma soprattutto ha compreso che è finito il tempo della delega. L’impegno intorno ai beni comuni ci consente di far evolvere la nostra democrazia, che non è solo il voto ma soprattutto è partecipazione.

Che ruolo hanno avuto i comitati e i movimenti come ad esempio il Teatro Pinelli nella tua campagna elettorale?

Io sono parte dei movimenti. Il 15 dicembre scorso ero insieme ai ragazzi a occupare il Teatro e il 16 la raccolta di firme per la lista è partita proprio dal Pinelli. Questa è un’avventura collettiva dove ognuno gioca la sua parte. I movimenti sono fondamentali, ci mettono l’anima. Penso anche che le istituzioni siano sacre, ma sono quelli che oggi ci sono dentro che le dissacrano. Ogni giorno mi batto come un leone per onorare i padri costituenti che con il loro sacrificio hanno scritto la Carta che rappresenta ancora la nostra bussola.

Quali proposte fate per cambiare il presente e il futuro di una città sull’orlo del disastro economico?

Partiamo dallo Stretto, sul quale in questi anni si sono arricchite due famiglie, quella di Genovese e di Franza. Vogliamo creare una flotta comunale pubblica che possa gestire il trasporto di auto e di tir. Creeremmo un centinaio di posti di lavoro più l’indotto e incasseremmo 8/9 milioni di euro all’anno. Ma soprattutto abbasseremmo la tariffa che oggi è di circa 50 euro, improponibile per una famiglia che vuole andare da Messina a Reggio Calabria per una gita o per una passeggiata. Una delle nostre proposte forti è quella di rivendicare la continuità territoriale con Reggio Calabria. La tariffa dovrebbe essere al massimo sui 10 euro. Questo del resto avviene per le Eolie, per Capri, in Sardegna, a Venezia. Perchè qui dobbiamo lasciare tutti questi ricavi in mano ai privati ed ignorare il diritto alla mobilità dei cittadini. Messina e Reggio Calabria sono insieme la città dello stretto. Un’altra proposta è legata alla ripubblicizzazione dell’Atm, l’azienda dei trasporti e di tutti gli altri servizi basici. Vogliamo onorare con gioia l’esito del referendum del 2011 che ha sancito a larga maggioranza la volontà dei cittadini di riprendersi i principali servizi privatizzati, a partire dall’acqua. È da questi che si parte per ridistribuire la ricchezza e per costruire una cultura fondata sui beni comuni. E poi vogliamo smettere di regalare 14 milioni di euro per buttare i nostri rifiuti in discarica, alimentando interessi oscuri. Dobbiamo puntare a Rifiuti zero e creare un circuito che trasformi un problema in ricchezza e opportunità di lavoro.

Come pensi di realizzare un programma così ambizioso?

Con la consultazione permanente dei cittadini. Devono entrare in comune ed occuparlo con le loro idee e proposte. Ogni idea che accresce il bene comune e che si mostrerà migliore di quelle che ci sono già diventerà esecutiva. Il sindaco per me non è il primo cittadino ma deve essere il tramite della volontà popolare.