L’auspicio è che «quella che sinora è stata la sede dell’Agis, a villa Patrizi, diventi la Casa della cultura». Così recita il comunicato congiunto dell’Associazione italiana generale dello spettacolo e di Federculture – la Federazione servizi pubblici cultura, turismo, sport e tempo libero – che ieri hanno presentato un patto federativo volto a promuovere un «interscambio di conoscenze» e la realizzazione di progetti comuni, oltre a stabilire la sede di entrambe le associazioni proprio a Villa Patrizi. Il patto è stato simbolicamente firmato presso il Ministero dei Beni Culturali a Roma, alla presenza del Ministro Franceschini e dei presidenti delle due associazioni: Carlo Fontana dell’Agis e Andrea Cancellato di Federculture.

L’accordo nasce dal presupposto che entrambe le società hanno come fine primario «la promozione del diritto alla cultura e alla sua fruizione e accessibilità a tutti i cittadini», come è scritto nelle stesse premesse del patto, e dal loro ruolo comune di «parti sociali» nei confronti delle istituzioni per quanto riguarda le questioni di carattere culturale.
Oltre alle dichiarazioni d’intenti, il patto federativo riporta quindi delle iniziative concrete che Agis e Federculture intendono perseguire insieme nel futuro, a partire dall’ «eccezione culturale», una norma che consentirebbe alle istituzioni iscritte all’elenco Istat che operano nel settore una deroga ai vincoli e alle norme della spending review, ottenendo così una maggiore autonomia.

Un’altra proposta prevede invece l’allargamento dell’Art bonus – un credito d’imposta per gli investimenti nella cultura e nello spettacolo – ai soggetti privati in aggiunta a quelli pubblici, e per attività che non riguardino i soli interventi di manutenzione e restauro: le uniche sinora beneficiarie del bonus. Occorre invece allargare il credito, recita il patto, anche «al sostegno degli istituti e luoghi della cultura» e alle loro attività.

È previsto anche un aiuto a chi della cultura fruisce, «per agevolare il cittadino» è la formula utilizzata dall’accordo: la detraibilitá cioè delle spese culturali – e non solo per chi lavora in questi campi – quindi per l’acquisto di libri e la frequentazione di musei, teatri, concerti e cinema.
Agis e Federculture prospettano poi una serie di attività congiunte «sui temi di interesse comune» , come la pubblicazione di una collana di quaderni, la promozione di iniziative pubbliche e l’organizzazione di seminari di formazione.

Sempre in campo fiscale si prospetta invece un’esenzione dall’Imu per «le sale di spettacolo e le strutture gestite da istituzioni culturali»: una proposta che fa subito pensare alle tante sale cinematografiche a rischio chiusura nel nostro paese che ne potrebbero beneficiare, ma che sulla carta risulta ancora molto vaga dato che riguarda i soli immobili di proprietà. Anche per questo non è più rinviabile la legge sul cinema.