L’altoforno delle Acciaierie deve restare acceso. Ora a dirlo è anche il governo Letta, che chiede al commissario straordinario Piero Nardi di tenere in vita il cuore della fabbrica siderurgica, “finché non sia stato individuato l’investitore che rilevi lo stabilimento, e non siano chiarite la possibilità e le forme di gestione dell’area a caldo”. Una intera città respira, mentre le assemblee in fabbrica registrano il sollievo dei 2.200 addetti diretti del principale stabilimento del secondo polo siderurgico italiano. “E’ cambiato il clima – spiega Luciano Gabrielli della Fiom – perché la vertenza è stata presa in carico dalla presidenza del consiglio. E il sottosegretario De Vincenti ci ha confermato che, nel processo di riconversione dell’acciaieria, nessun lavoratore dovrà rimanere fuori”.

Su quest’ultimo aspetto, decisivo per il futuro, arriva la spiegazione del sindaco dem Gianni Anselmi: “Entro poche settimane sarà sottoscritto un accordo di programma con il governo e la Regione Toscana, per definire gli obiettivi e le risorse finanziarie pubbliche disponibili, necessarie alla riconversione e per la diversificazione produttiva dell’area. L’accordo affiancherà la procedura di vendita dello stabilimento, creando un quadro di incentivi per i possibili investitori. L’altoforno resterà acceso almeno fin quando non ci saranno certezze su piano industriale, investimenti e soggetti di riferimento per la nuova fase”. Che in teoria vedrà “lavorare” in tandem un impianto Corex di nuova generazione e un forno elettrico, legato quest’ultimo al progetto parallelo di un polo per la rottamazione delle grandi navi a fine corsa.

Soddisfatto, con giudizio, Enrico Rossi: “Non tutto è risolto – commenta il presidente toscano – ma ora c’è un progetto concreto, fattibile per il futuro, e una speranza per il presente. Abbiamo un piano di rilancio del polo siderurgico condiviso da tutti: istituzioni, governo, Ue, sindacati e, mi dicono, anche lavoratori. Un piano che sarà sostenuto finanziariamente dalla Regione e dal governo nazionale. E l’altoforno non verrà più spento il 15 gennaio”. Soddisfazione bipartisan da Pd e Pdl, anche Monica Sgherri di Prc-Verdi osserva: “Con lo stralcio della chiusura dell’altoforno, ci sono le condizioni per lavorare a un accordo di programma per l’area siderurgica”. Essenziale per l’arrivo di un acquirente.