Uno striscione con la scritta «Giù le mani dalla costa» è stato srotolato ieri dai volontari di Legambiente all’altezza della spiaggia di Santa Teresa, a Salerno. Sullo sfondo la Costiera amalfitana colpita nei giorni scorsi da un’enorme frana a causa di lavori abusivi sui costoni.

La Campania detiene il primato nazionale in fatto di cemento illegale sulle coste con il 17,1% dei reati accertati in Italia, 1.715 infrazioni (un aumento del 20% rispetto allo scorso anno) con 1.300 persone denunciate e arrestate, 395 sequestri effettuati. «Accanto alle villette – denuncia Mariateresa Imparato, presidente regionale Legambiente – le cronache locali ci raccontano di una miriade di chioschi, ristoranti, parcheggi, piscine, strade tracciate sulle dune e scalette scolpite nella roccia. Tutto quello che serve, insomma, per accedere alla battigia senza sforzo violando però regole, proprietà pubblica e salvaguardia dell’ambiente».

Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizioni non eseguite, richieste di sanatorie mai vagliate. Betoniere che lavorano sette giorni su sette. Case abusive tollerate e mai abbattute. In Campania le demolizione sono al palo: secondo gli ultimi dati di Legambiente, più del 97% degli abusi edilizi da abbattere sono ancora in piedi. Su 16.596 ordinanze di demolizione, sono state eseguite solo il 3% pari a 496 immobili abbattuti. Non solo non si demolisce, ma neppure si acquisisce al patrimonio pubblico come prevedrebbe la legge: nella nostra regione appena il 2% di questi immobili (pari a 310 unità) risulta infatti trascritto dai comuni nei registri immobiliari.

Nera la fotografia della Campania anche rispetto alle domande di sanatoria a seguito dei tre condoni. Legambiente ha censito ben 362.646 richieste: sostanzialmente una nuova città tutta da rimettere in regola. Il record alla provincia di Napoli dove sono bene 259.170 le richieste, seguita dal salernitano con 71.096.