«Quando si dice doppia morale», sostiene con amarezza il professore di storia delle religioni Henrique López Oliva. Si riferisce alla recente dichiarazione dell’ambasciatrice alle Nazioni Unite degli Stati Uniti, Nikki Haley.

La quale ha deplorato che paesi come Venezuela e Cuba facciano parte del Consiglio dei Diritti dell’uomo (DdHh) e ha accusato l’organo multilaterale di essersi convertito nel «rifugio» di dittature che lo usano per tentare di ripulire la «loro brutalità».

Non si tratta solo, afferma il professore citando i dati forniti nel suo blog dal giornalista Fernando Ravsberg, di sottolineare il ridicolo della dichiarazione di chi rappresenta un paese il cui presidente abbia scelto di compiere il suo primo viaggio all’estero in Arabia saudita e che, oltre a venderle 110 miliardi di armamenti statunitensi di ultima generazione, si sia lasciato ritrarre mentre abbracciava e baciava monarchi e principi.

Gli stessi che da anni lanciano i propri aerei made in Usa a bombardare lo Yemen, colpendo scuole, fabbriche, ospedali, ponti, moschee e causando – dati di Amnesty International – 3.500 morti civili e più di 6.000 feriti.

L’ambasciatrice Usa, infatti, deve conoscere bene i dati forniti da Amnesty International sul fatto che l’Arabia saudita ha applicato la pena capitale a 350 persone dal 2013. Incluse le 47 persone giustiziate lo scorso gennaio, fra i quali lo sceicco sciita Nimr al Nimr.

E sul fatto che «tutte le persone che si sono impegnate (in Arabia saudita) nella difesa indipendente dei diritti dell’uomo sono state incarcerate, ridotte al silenzio con pesanti minacce o obbligate a lasciare il paese».

Per non parlare poi dei diritti delle donne saudite che non possono guidare un’automobile e per viaggiare devono avere l’autorizzazione di un uomo.

Ma valutate dall’Avana, afferma il professore, le dichiarazioni dell’ambasciatrice hanno ben poco di comico. Infatti la difesa dei diritti dell’uomo è uno dei motivi sbandierati dalla Casa bianca per la «revisione» della politica degli Stati uniti nei confronti di Cuba che, dopo mesi di anticipazioni e minacce, dovrebbe essere resa pubblica dal presidente Trump nei prossimi giorni.

Così, per difendere i diritti umani dei cubani i cittadini statunitensi potrebbero subire di nuovo limitazioni del loro diritto di viaggiare nell’isola come turisti se ne hanno voglia. E verrebbero reintrodotte le limitazioni ai rapporti commerciali con l’isola abolite dal presidente Obama. Che fanno parte di quell’embargo unilaterale – tuttora vigente – deciso dagli Usa più di cinquant’anni fa con lo scopo (tra l’altro) «di affamare il popolo cubano». A proposito di diritti umani.