«Tagliandoci i finanziamenti Abu Mazen non riuscirà a chiuderci la bocca, continueremo a dire le cose come stanno e a denunciare cosa va contro l’interesse del popolo palestinese». Usa toni forti Mariam Abu Daqqa dirigente a Gaza del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp, marxista) e una delle leader del movimento delle donne palestinesi. «La sua decisione è illegale, non può negare fondi che secondo lo statuto dell’Olp sono dovuti a tutte le forze politiche che ne fanno parte», spiega al manifesto Abu Daqqa commentando l’ordine dato dal presidente palestinese di bloccare i fondi destinati al Fplp e a un altro partito della sinistra, il Fronte Democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp).

La rabbia è forte. I due partiti accusano Abu Mazen, che è allo stesso tempo presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) e dell’Olp, di negare il confronte democratico e il diritto di criticare la sua linea. «Abbiamo giustamente denunciato la gestione, da parte dei diplomatici palestinesi, del caso di Omar Nayef, il nostro compagno assassinato due mesi fa dal (servizio segreto israeliano) Mossad in Bulgaria. Per noi non è stata garantita assistenza e sicurezza a un palestinese che era minacciato da Israele», continua Abu Daqqa a proposito della morte di Nayef, un militante del Fplp, condannato negli anni Ottanta da Israele per omicidio (che lui aveva negato) e fuggito in Bulgaria. Minacciato di estradizione, si era rifugiato nell’ambasciata palestinese a Sofia dove poi è stato ritrovato morto due mesi fa. Alcuni del Fplp hanno persino ipotizzato una cooperazione tra il personale dell’ambasciata e Israele per eliminare Nayef. Un’accusa ribadita dopo l’intervista concessa da Abu Mazen a una televisione israeliana, durante la quale il presidente palestinese ha confermato il suo appoggio alla cooperazione di sicurezza con Israele.

«Abu Mazen colpisce chi non condivide la sua politica e critica l’Anp», sostiene Mariam Abu Daqqa «La sua decisione però si rivelerà un boomerang – prevede la dirigente del Fplp – Abbiamo ricevuto appoggio e solidarietà delle altre forze politiche palestinesi e persino da dirigenti e militanti di Fatah (il partito del presidente, ndr) che chiedono lo sblocco immediato dei fondi».