La pazienza dei sindaci dell’Abruzzo ha i giorni contati: ci tengono a sottolinearlo, e sono in tanti, i primi cittadini, riuniti nella sala consiliare della Provincia, a Teramo, convocati dall’Anci. Molti sono imbestialiti. Sono sfiniti, dicono, dopo settimane di condizioni meteorologiche proibitive e con il terremoto che continua a far ballare diverse località, che sono in continuo stato d’allerta.

«Abbiamo vissuto un periodo infernale a causa di straordinarie e gravi nevicate e di piogge torrenziali e di eventi sismici che hanno colpito la regione, in largo e in lungo, dall’inizio di gennaio – ha ricordato il primo cittadino di Chieti e vice presidente nazionale Anci, Umberto Di Primio – e che hanno fatto registrare mancata erogazione di acqua ed energia elettrica, rottura di contatori, danni alle condutture idriche, gravi dissesti al manto stradale, frane, danneggiamenti alla rete della pubblica illuminazione, infiltrazioni nelle scuole e negli edifici, esondazione di fiumi, nonché l’adozione di ordinanze di sgombero: ora – conclude Di Primio – chiediamo che il Governo ci dia retta». Una situazione di assoluta criticità, che in taluni casi è stato davvero difficile fronteggiare.

«All’esito dell’incontro – aggiunge il vice presidente dell’Anci – è emersa la gravità in cui versano tutti i centri colpiti dall’emergenza neve e la necessità di interventi immediati. Oltre alla percezione di abbandono da parte delle altre istituzioni, denunciamo altresì di vederci attribuire responsabilità e compiti che vanno anche oltre le nostre reali competenze. Nella consapevolezza di dover dare comunque risposte ai propri cittadini – attacca Di Primio – abbiamo chiesto al Governo nazionale, al fine di agevolare le tempistiche degli interventi, un provvedimento speciale per l’Abruzzo che preveda finanziamenti specifici e che parte di questi trasferimenti venga destinata soprattutto all’adeguamento antisismico delle scuole. Insieme ai fondi – prosegue ancora il Di Primio – vogliamo che venga normata anche la semplificazione e lo snellimento di procedure amministrative che ci consentano di avviare rapidamente e in tempi certi i lavori». «La nostra terra – evidenzia il primo cittadino di Avezzano e vice presidente Anci Abruzzo, Giovanni Di Pangrazio – è seriamente e gravemente ferita e merita, in questo momento, un’attenzione particolare dal Governo centrale e dalla Protezione civile. Inoltre pretendiamo risposte concrete sulle innumerevoli problematiche degli edifici scolastici».

Il fatto che lo sciame sismico non dia tregua preoccupa i sindaci, perché la maggior parte degli istituti non sono abbastanza sicuri. Proprio ieri il primo cittadino dell’Aquila, Massimo Cialente, ha emesso un’ordinanza di chiusura delle scuole fino al prossimo 31 gennaio. Poi si vedrà. «Tra l’altro – afferma Cialente – non ci stiamo più a sopportare lo scarico di responsabilità su scala istituzionale. Siamo soli a prendere decisioni importanti e non si tratta solo di responsabilità giudiziarie o economiche, quanto morali. Adesso bisogna svoltare. Basta a sentirci dire “decidi tu”».

Il sindaco di San Salvo (Chieti), Tiziana Magnacca, nei giorni scorsi ha scritto una lettera al presidente, Sergio Mattarella, e al premier Gentiloni: «In queste settimane i nostri Comuni sono stati sottoposti a mille prove inaudite a causa del maltempo che ha causato danni alle strutture pubbliche, alle scuole e alle strade. Eventi eccezionali che hanno messo in ginocchio le amministrazioni locali, che non sono in grado di dare direttamente delle risposte a causa dei bilanci ingabbiati. Le istituzioni nazionali devono collaborare. Chiediamo di mettervi nei panni di noi sindaci e dei Comuni più piccoli che costituiscono l’ossatura della nostra Italia. Il nostro è un territorio collassato, al limite della sopravvivenza».

Secondo il racconto di Di Primio, «durante l’incontro tutti gli intervenuti tra l’altro hanno stigmatizzato come sia diventato intollerabile vedere altri soggetti istituzionali creare allarmismo, come ad esempio ha fatto di recente la commissione Grandi Rischi riguardo al lago di Campotosto; e poi la stessa Protezione civile trasferire responsabilità o incombenze esclusivamente sui sindaci».