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Aborto vietato, l’Oklahoma non è più un rifugio sicuro

Aborto vietato, l’Oklahoma non è più un rifugio sicuroSostenitori del diritto all'aborto in Oklahoma – Ap

Stati Uniti Gli Usa secondo i repubblicani: cancellato il diritto anche nello Stato dove le donne del vicino Texas avevano trovato un modo per aggirare il divieto. Gli Stati a guida democratica reagiscono con leggi  a sostegno dell'interruzione di gravidanza. In attesa della sentenza della Corte suprema 

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 aprile 2022

La Camera statale dell’Oklahoma ha approvato un divieto quasi totale all’aborto che ammette eccezioni solo in caso di emergenze mediche, ma non per i casi di stupro o di incesto.

La nuova legge rende l’interruzione di gravidanza, per chi la pratica, un reato punibile con una multa massima di 100mila dollari, un massimo di 10 anni di prigione, o entrambi. Approvata dalla Camera guidata dai repubblicani, è passata con un voto di 70 a 14, senza dibattito o domande in aula.

Già passata anche al Senato, è ora diretta al governatore repubblicano Kevin Stitt, ma non ci sono dubbi sull’esito: Stitt in precedenza aveva promesso di firmare ogni disegno di legge sulla limitazione dell’aborto che gli «sarebbe capitato sulla scrivania».

La legge entrerà in vigore ad agosto, dopo che la Corte suprema si sarà espressa su Roe v Wade, la storica sentenza del 1973 con cui si era stabilito che la Costituzione degli Stati uniti protegge la libertà di una donna di scegliere di abortire, senza eccessive restrizioni governative.

Ora questo principio federale è rimesso in discussione e sono molti gli Stati a guida repubblicana ad avere approvato leggi che impediscono le interruzioni di gravidanza, dopo che il Texas ha aperto la strada con un disegno di legge super restrittivo per vietare l’aborto.

Da allora l’Oklahoma era diventato un punto di riferimento per le donne texane che avevano bisogno di interrompere una gravidanza: uno studio dell’Università del Texas di Austin ha rilevato che circa il 45% delle donne aveva cercato assistenza nel confinante Oklahoma, nonostante ci fossero solo quattro strutture a praticare aborti.

Lo studio illustra anche le difficoltà nell’abortire al di fuori del proprio Stato e i ricercatori hanno mostrato come l’aumento delle domande e la carenza di personale abbiano notevolmente incrementato i tempi di attesa: circa la metà delle strutture incluse nello studio registrano tempi di attesa di due settimane o più.

In alcuni casi i tempi sono così lunghi da costringere le donne a spostarsi molto più lontano del previsto. Per molte di loro viaggiare al di fuori del Texas è stato un problema non indifferente per i costi elevati di benzina, voli, soggiorni in hotel, cibo. Alcune donne hanno riferito di essere state licenziate o bocciate per le prolungate assenze.

Mentre gli Stati repubblicani abbracciano entusiasticamente l’opportunità di cancellare il diritto delle donne di decidere del proprio corpo, alcuni Stati democratici hanno deciso di blindare il diritto all’aborto a livello statale.

Il Congresso del Colorado ha approvato il Reproductive Health Equity Act, una legge che rafforza le protezioni per l’accesso all’aborto all’interno dello Stato e il governatore del New Jersey Phil Murphy ha firmato una misura per assicurare che «indipendentemente dal fatto che la Corte suprema annulli o meno Roe v. Wade, la posizione del New Jersey a sostegno del diritto all’autonomia riproduttiva rimarrà chiara e invariata».

A novembre gli elettori del Vermont decideranno in merito a un emendamento simile con un referendum statale, mentre California, Oregon e Washington State hanno rafforzato il sostegno finanziario per facilitare l’accesso all’aborto.

L’Oregon ha approvato uno stanziamento di 15 milioni di dollari per assistere le cliniche, aumentare la formazione o fornire fondi di viaggio per le donne bisognose.

Il governatore della California Gavin Newsom ha firmato una legge che elimina le spese assicurative per i servizi di aborto; Illinois, New York e Oregon hanno leggi simili.

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