La Corte suprema degli Stati uniti non sembra essere pronta, almeno per ora, a fare grandi cambiamenti riguardo l’esito della sentenza Roe contro Wade, che dal 1973 garantisce negli Usa il diritto all’aborto. Né sembra pronta a cambiamenti su qualsiasi altro elemento che abbia a che fare con la legge sulle interruzioni di gravidanza: ha dunque deciso che il disegno di legge restrittivo dello Stato dell’Indiana deve rimanere bloccato.

Nonostante questa decisione sia una buona notizia per i gruppi che si battono per difendere il diritto di scelta delle donne, la Corte ha contemporaneamente dato il via libera a una parte di quella proposta di legge che richiede alle cliniche che praticano aborti di seppellire o cremare i resti fetali. La legge era stata firmata nel marzo 2016 dall’allora governatore dell’Indiana Mike Pence, oggi vice presidente.

L’anno scorso, però, la sua entrata in vigore era stata bloccata dalla settima Corte di appello del circuito degli Stati uniti e ora arriva il blocco della Corte suprema. L’ufficio di Pence non ha risposto alle richieste di commento arrivate da numerose testate giornalistiche statunitensi, ma in un paio di tweet il vice presidente ha difeso la sua firma alla legge dicendo di essere «orgoglioso» di sostenere la misura.

Il diritto all’aborto negli Stati uniti continua a essere pesantemente sotto attacco. Quando in Indiana lo scorso anno si era cominciato a sferrare questa offensiva contro il diritto delle donne ad abortire dopo l’ottava settimana di gravidanza, il giudice della Corte suprema Clarence Thomas si era detto d’accordo sul fatto che la corte non avesse accettato la disposizione in quel momento, ma – aveva aggiunto – «presto dovrà affrontare» la questione: «Sebbene la corte decida di non approfondire questi problemi oggi, non possiamo evitarli per sempre. Avendo creato il diritto costituzionale all’aborto, questo tribunale ha il dovere di occuparsi della sua portata. La stessa Costituzione tace sull’aborto».

Dichiarazioni che non lasciano presagire nulla di buono. Intanto lo Stato del Missouri entro venerdì potrebbe diventare il primo Stato Usa a non permettere più le interruzioni volontarie di gravidanza. Il dipartimento della salute dello Stato dovrebbe bloccare i servizi dell’ultimo centro sanitario che pratica aborti legali.