Da mezzanotte scorsa in Irlanda del Nord l’aborto, fino ad oggi vietato tranne nei casi di rischio per la salute della madre, non sarà più un reato, mentre il matrimonio omosessuale sarà finalmente possibile.

Il 10 luglio scorso il parlamento di Westminster, che aveva preso l’iniziativa legislativa al posto del parlamento dell’Irlanda del Nord inesistente dal gennaio 2017, ha votato per l’approvazione del matrimonio egualitario e dell’aborto, in quello occasione si era deciso che se i due principali partiti nord-irlandesi non avessero trovato un accordo entro il 21 ottobre, i due provvedimenti sarebbero diventati definitivi.

A nulla è valsa ieri la riapertura di Stormont, il parlamento di Belfast, voluta dal partito unionista protestante (il Dup) guidato da Arlene Foster, per tentare di frenare la legalizzazione dell’aborto con una mozione. Senza i deputati di Sinn Féin, che hanno dichiarato di non partecipare alla «farsa» del Dup, non c’è un governo funzionante e il Parlamento non ha il potere di decidere o votare alcuna mozione.

L’accordo non c’è dunque stato e dalla mezzanotte è in vigore l’Executive Formation Act 2019, che permette i matrimoni omosessuali da subito e l’aborto da aprile. Il governo britannico si assumerà la responsabilità di introdurre nuovi regolamenti per fornire un maggiore accesso alle interruzioni di gravidanza nel Nord entro questa data. Nel periodo intermedio, alle donne verrà offerto il trasporto gratuito per accedere ai servizi di aborto in Inghilterra.