Abolire il canone radiotelevisivo? No. In Svizzera, contrariamente che in Italia, la popolazione non è affatto attratta dall’idea, e ieri ha bocciato l’iniziativa «no Billag» di due partiti di destra (Unione democratica di centro e Partito liberale radicale) sottoposta a referendum nazionale, con il 71,6% dei no e il voto contrario di tutti i cantoni. Il Consiglio federale si era opposto sostenendo che «in un Paese eterogeneo, plurilingue e a democrazia diretta come la Svizzera, la pluralità dell’offerta mediatica è importante».

Davanti a una bocciatura così decisa i partiti della destra che avevano proposto il quesito referendario hanno tentato di nascondere la mano sostenendo che la loro era una sollecitazione «in anticipo sui tempi». Soddisfazione invece è stata espressa anche in Italia da parte dell’Usigrai che plaude alla sconfitta del «populismo, del qualunquismo e della retorica contro il servizio pubblico».

Ha ottenuto invece la stragrande maggioranza dei consensi il quesito che chiedeva di rinnovare fino al 2035 il diritto della Confederazione di riscuotere le tasse, in particolare l’imposta federale diretta e l’imposta sul valore aggiunto. Diritto che sarebbe decaduto nel 2020.