Bisognerà aspettare 40 giorni per conoscere il futuro di Mukhtar Ablyazov. Il banchiere kazako, arrestato mercoledì dalla polizia francese in una villa nei pressi di Nizza, è stato condotto ieri mattina davanti al giudice del tribunale di Aix-en-Provance, nel sud della Francia, che deve decidere sulla sua estradizione in Ucraina, uno dei tre paesi – insieme a Russia e Kazakistan – che hanno emesso un mandato di cattura internazionale contro di lui. E il giudice ha preso tempo fino a settembre per dar modo a Kiev di inviare la documentazione necessaria, che verrà poi esaminata dalla Camera d’istruzione della Corte francese, che deciderà sull’estradizione. Un tempo che Ablyazov dovrà trascorrere in carcere visto che secondo il giudice non offrirebbe sufficienti garanzie per poter essere lasciato in libertà. In ogni caso, ha precisato alla stampa francese una dei magistrati titolari del fascicolo, Solange Legras, l’ex uomo d’affari divenuto dissidente non sarà rinviato dalla Francia in Kazakistan, e probabilmente neanche in Russia: tra Astana e Parigi infatti «non esiste un trattato di estradizione», mentre per le accuse a suo carico da parte di Mosca «è possibile, nella fattispecie, che ci sia prescrizione». Durante l’udienza i legali del banchiere si sono offerti di pagare una «consistente cauzione» e hanno spiegato come Ablyazov sia in realtà un oppositore del regime di Astana e i rischi che comporterebbe un suo rientro in Patria. Una possibilità tutt’altro che remota per i legali, visto che seppure estradato in Ucraina, le autorità di Kiev potrebbero consegnarlo immediatamente al Kazakistan. «Le accuse che pesano su di lui sono motivate da ragioni politiche e il suo arresto è il prossimo passo verso la sua eliminazione in quanto forza politica di primo piano del Kazakistan», ha detto l’avvocato Bruno Rebstock, il legale inglese che lo assiste. Ieri intanto si sono appresi nuovi particolari sull’arresto avvenuto in Costa Azzurra. Un’operazione alla quale hanno partecipato attivamente sia la Russia – che ha già annunciato di voler chiedere anche lei l’estradizione – che la Bat, l’ex banca di Ablyazov, nazionalizzata nel 2009 dopo essere stata dichiarata insolvente, e che lo accusa di aver sottratto dalle sue casse fondi per 6 miliardi dollari. Mosca, in particolare, si sarebbe data da fare per aiutare le autorità francesi a orientarsi tra i tanti passaporti con molti nomi in possesso di Ablyazov, consentendo così di arrivare alla sua identificazione con certezza. Ex ministro dell’Energia nel suo Paese, Ablyazov è ricercato anche dalla Russia, che lo accusa di frode e contraffazione. Tutte le accuse nei suoi confronti però, secondo i suoi sostenitori altro non sarebbero che pretesti per colpire uno dei principali oppositori al regime di Astana. Non a caso la notizia dell’arresto di Ablyazov è stata accolta con notevole preoccupazione dai suoi sostenitori in Kazakistan. «Un danno irreparabile», lo ha definito il giornalista Sergei Duvanov, autore di inchieste sulle violazioni del regime e sulle ricchezze accumulate all’estero dalla famiglia di Nazarbayev e che per questo è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere con l’accusa di aver violentato una minorenne. «Quello che l’Europa sta facendo all’opposizione kazaka, e in particolare ad Ablyazov e alla sua famiglia , è davvero triste», è stato invece il commento di un altro oppositore.
Ablyazov resterà in carcere almeno fino a settembre
Francia. La Russia ha collaborato all'arresto del dissidente kazako

Mukhtar Ablyazov
Francia. La Russia ha collaborato all'arresto del dissidente kazako
Pubblicato 10 anni faEdizione del 2 agosto 2013
Carlo Lania, ROMA
Pubblicato 10 anni faEdizione del 2 agosto 2013