«Questo film, per noi, è anche ha anche un aspetto spirituale». Così , l’attore/musicista Paul Hipp, dal palco del Theatre Croisette, che ospita la Quinzaine, ha descritto Alive in France, il nuovo film di Abel Ferrara, strappato a un minitour di concerti (due tappe – Parigi e Tolosa) organizzato, nell’ottobre 2016, in occasione di un omaggio ai film del regista del Bronx alla Cinematheque de Toulouse. Insieme a Hipp e a Ferrara (con chitarra e voce struggentemente roca), nella band c’è Joe Delia (autore tra gli altri di Ms. 45, China Girl, The Addiction, The Funeral..), un gruppo –nelle parole di Ferrara- di street filmmakers , che vanno dove li portano le storie. New York, Rome, Parigi…

Anche i concerti che vediamo hanno una dimensione retrospettiva, visto che i brani musicali abbracciano l’arco delle colonne sonore dell’incandescente filmografia ferrariana, da Driller Killer (1979) a 4:44 – Last Day on Heart (2011) e Welcome to New York (2014). Ma è l’aspetto delle reunion, del ritrovarsi per evocare, attraverso la musica, stralci di vita condivisa, che dà al film il suo calore e la sua originalità –a partire dal titolo che, con un gioco di parole introduce, oltre all’elemento della musica live, anche quello dell’essere sopravvissuti. «Conosco e collaboro con Abel dal 1986», ha detto ancora Hipp al pubblico del festival. «Joe dal 1975 – questo film è stato formato anche da tempi duri, negli anni settanta, ottanta. Sono decadi in cui non ci siamo risparmiati nulla in fatto di vizi, alcol, droga. È sorprendente che siamo ancora qui, per di più in discreta forma. Per storie di quel genere, Abel e Joe non si parlavano da quasi 20 anni. Si sono rivisti per questi concerti …in modo organico. È anche film sulla storia delle nostre vite. Ma non volevamo essere pedanti: solo trovarci davanti al pubblico e suonare…» .

New York Doll da Fear City, Ballad of Nick and Nadine da Driller Killer, Chicken Peck da The Funeral…..Sempre da quel film, le immagini di Chris Penn (morto nel 2006) che canta scorrono su uno schermo alle note di Tonight Will be The Night. Ferrara giovanissimo, lo sguardo febbrile, appare in alcuni fotogrammi di Driller Killer, in cui interpretava un serial killer armato di trapano. «Sono nato nel Bronx e cresciuto in strade in cui subito prima di metter mano alla pistola si mette mano alla bottiglia» canta il regista, da un brano che aveva scritto per Il cattivo tenente, che, dice oggi, è un film su suo padre, negli anni in cui lui era ragazzo. Il fantasma di Zoe Llund (mancata nel 1999) volteggia nell’aria insieme alle parole e alle note di Thana’s Theme. Quando Hipp canta la sua canzone preferita, Midnight for You, che aveva composto per China Girl, una donna completamente ubriaca continua a urlare, monotona e inarrestabile, «fate schifo».

«Tua madre urlava così mentre la stavo inculando» ribatte lui quando perde la pazienza, ma senza smettere di suonare. Diversamente dalle immagini dei concerti di John Carpenter, viste durante la tournée dell’anno scorso, qui tutto è low tech, low key intimo, raccolto – uno spazio notturno, in cui insieme agli spettri degli amici scomparsi, si materializza sul palcoscenico anche la nuova, giovanissima, moglie di Ferrara, Cristina Chiriac, con l’attrice Dounia Sichov. Sulle spalle precocemente curve del regista, ogni tanto rimbalza una bambina bionda – è sua figlia Anna, che oggi ha due anni.