È l’uomo che ha gestito Quota 100 per il governo. Sindacalista Ugl – è stato vicesegretario generale – di Latina è diventato leghista al momento giusto. Una carriera politica repentina che ricorda molto quella di Renata Polverini, ormai punto fermo di Forza Italia dopo le disavventure alla Regione Lazio. Da sottosegretario al Lavoro ha portato avanti il provvedimento sociale più voluto da Salvini.

Il sottosegretario Claudio Durigon

Durigon, ora che Quota 100 è legge ci spiega come è nata la soluzione 62 anni e 38 di contributi? Ammette che essendo un provvedimento «straordinario» e «triennale» non si tratta dello «smantellamento della riforma Fornero» che avevate promesso in campagna elettorale?
Diciamo che abbiamo iniziato a smantellare la Fornero. Inizialmente puntavamo ad una Quota 100 pura – come somma dell’età anagrafica e anni di contributi – ma abbiamo capito che potendo portare 800 mila persone in pensione quest’anno sarebbe costata troppo e avrebbe avuto impatto devastante sulla perdita di competenze lavorative. Anche Quota 41 avrebbe avuto un impatto simile con 700mila persona. Allora abbiamo puntato a sgravare il bacino di persone blloccate al lavoro dai 7 anni di blocco della riforma Fornero. Con l’Inps abbiamo trovato questa formula intermedia dei 62 anni e 38 di contributi che insieme alla conferma di Opzione donna e Ape social permetterà a 350mila persone di andare in pensione quest’anno.

La Ragioneria dello stato che negli anni scorsi ha sempre ostacolato gli interventi sulle pensioni chiedendo coperture esagerate l’avete convinta con le minacce di Casalino di mandarli tutti a casa? Vi ha comunque imposto un controllo mensile sulla spesa di Quota 100…
La Ragioneria ha capito che la formula 62 più 38 era sostenibile: spendiamo 22 miliardi in tre anni ma le otto salvaguardie per gli esodati prodotti dalla Fornero ne sono costate 11 di miliardi in questi anni. La Ragioneria non ci ha imposto nessun controllo particolare: quello mensile è previsto per tutte le leggi di spesa. I soldi ci soldi ci sono tutti: le coperture previste sono molto più che sufficienti.

Proprio gli esodati vi accusano di non aver mantenuto la parola: nel decretone non c’è niente per loro di quanto avevate promesso per salvaguardare gli ultimi 6mila lasciati senza salario né pensione dalla Fornero…
Non c’è nessuna promessa non mantenuta. Semplicemente come ministero del Lavoro abbiamo chiesto all’Inps quanti esodati fossero rimasti e l’Inps ci ha risposto che non ce ne sono.

In realtà dipende molto dalla definizione di esodati. Voi considerate solo quelli che hanno almeno 20 anni di contributi mentre queste persone ne hanno meno anche se sono vicini alla pensione.
Guardi, so che ci sono situazioni di questo tipo e magari 10 anni fa si sarebbero potute risolvere trovando lavoro a queste persone che oggi sono troppo vecchie per ricollocarsi. Nei meandri del decretone abbiamo cercato di trovare una soluzione attraverso la «pace contributiva» ma non ci siamo riusciti. Conto di trovarla in un prossimo decreto.

Se per Quota 100 avete fatto un decreto, in legge di bilancio avete fatto cassa tagliando la rivalutazione delle pensioni sopra i 1.500 euro lordi – circa 1.100 netti – per 2,3 miliardi. I sindacati dei pensionati – che vi accusano di aver aspettato per il recupero dei primi tre mesi dopo le elezioni europee – scenderanno in piazza il primo giugno.
L’Inps ha già risposto in modo preciso a tutto. Sul recupero si tratta di tempi tecnici di calcolo, mentre per 2,6 milioni di pensionati dovranno ridare solo alcuni centesimi. Non abbiamo fatto cassa sulle pensioni ma abbiamo applicato un criterio di equità sociale: nessun taglio, solo una rivalutazione ricalcolata che sarà comunque maggiore rispetto agli anni precedenti. Ai sindacati dico che stiamo già pensando di cambiare il paniere che determina gli aumenti e che noi siamo il governo che ha tagliato meno di tutti.

Passiamo all’Inps. Tridico, uomo M5s, è stato nominato commissario dopo un lungo braccio di ferro ma non è di certo saldo. Voi della Lega dopo le Europee puntate a fagli le scarpe nominando presidente uno dei vostri.
Tridico è il commissario scelto da M5s e Lega e sta operando benissimo. La discussione su chi sarà il presidente al momento non c’è. Detto questo se dicessi che sarà lui scavalcherei il consiglio dei ministri che dovrà nominarlo.

Passiamo a quello che manca in Quota 100: le donne sono certamente le più penalizzate dal requisito dei 38 anni di contributi. Nel decreto non siete neanche riusciti a concedere un anno per ogni figlio come chiedevano i sindacati.
Riconosco che i 38 anni hanno un impatto negativo sulle donne. Quanto all’anno di contributi per ogni figlio sarebbe costato 500 milioni e ora è una cifra troppo grande. Ma abbiamo deciso di rendere strutturale Opzione Donna.

Anche per i giovani non c’è niente se non il riscatto della laurea che è regressivo e premia «i figli di papà».
Rispetto al riscatto della laurea che c’era prima – circa 120mila euro – siamo ad una cifra molto più moderata che fra l’altro è utilizzabile anche come welfare aziendale. In più i giovani possono anche riscattare i buchi contributivi fra un lavoro e l’altro. E non dimentichiamo l’effeto che avranno i pensionamenti di Quota 100 sul mondo del lavoro.

Lei che livello di turn over si aspetta? Si accontenterebbe di un assunto ogni 3 pensionamenti?
Penso che potrebbe essere anche maggiore di 1 a 3 ma di certo sarà migliore dello 0 a 0 che c’è oggi visto che in pensione con la Fornero non ci andava nessuno e i giovani non trovano nessun lavoro. Con Quota 100 in più abbiamo mandato in pensione persone bloccate da anni e quindi demotivate.

L’obiettivo per il futuro è Quota 41 come dice Salvini?
Assolutamente sì, è l’obiettivo di legislatura. Ci dispiace di non aver potuto garantire meglio precoci ed usuranti con Quota 100 ma così sarebbe costata il doppio di 22 miliardi. Ora vediamo come si svuota il bacino dei bloccati dalla Fornero e poi potremo interagire con Quota 41 o con una Quota 100 allargata.

Capitolo dipendenti pubblici. Come ampiamente previsto almeno un terzo delle domande per Quota 100 è loro: dalla scuola alla sanità è emergenza per i buchi di personale, i sindacati chiedono un piano straordinario di assunzioni.
Sulla scuola il ministro Bussetti sta facendo un grande lavoro per non avere problemi a settembre. Dal 19 novembre inizieranno le assunzioni nella pubblica amministrazione.

Cgil, Cisl e Uil bocciano Quota 100 e continuano a chiedere flessibilità di pensionamento. Avete un tavolo aperto con loro, li ascolterete?
La possibilità di discutere c’è sempre, ma Cgil, Cisl e Uil dovrebbero riconoscere a questo governo di essere il primo ad aver messo sulle pensioni così tanti soldi: 22 miliardi.